di LEONARDO FACCO
Javier Milei ricorda spesso che “in Argentina è possibile fare transazioni e affari con qualsiasi moneta, crypto comprese”. L’altro ieri, dopo la vittoria di Manuel Adorni alle elezioni per la Città Autonoma di Buenos Aires – intervistato da Antonio Laje su A24 – è andato ben oltre: “Il governo argentino – ha detto – sta lavorando a un quadro normativo per eliminare i controlli sull’origine dei fondi di ciascun cittadino. Trovo le segnalazioni di transazioni sospette orribili. Puoi usare i tuoi dollari – ha detto il presidente – senza esitazione e nessuno dovrebbe chiederti spiegazioni”.
Apriti cielo! Il giornalista, incredulo, ha cercato di mettere alle strette Milei: “Sì, ma se quel qualcuno non ha denunciato quei soldi al Fisco? Vabbé, ma se quei soldi fossero il frutto del mercato della droga”?
Semplici quanto efficaci le risposte di Javier: “Se derivassero dal mercato della droga, il problema non riguarda l’Economia e il suo ministero, ma è di quelle istituzioni preposte che dovrebbero perseguire i reati. Invece, se fossero soldi in nero, poco male, anzi, significa che chi li ha tenuti sotto il materasso è stato più intelligente di chi anziché i dollari s’è riempito di pesos, che nell’ultimo ventennio hanno perso il loro potere d’acquisto”.
Per corroborare il ragionamento, l’economista ha fatto un esempio emblematico, che ha lasciato di sasso l’intervistatore: “Ammettiamo – ha affermato Milei – che lei sia un argentino che nel 2001, ai tempi della convertibilità, ovvero quando 1 dollaro valeva 1 peso, ha nascosto 1000 dollari in cassaforte. Beh, avrebbe fatto bene, visto che oggi, nel 2025, lei avrebbe ancora 1000 dollari, viceversa, chi li ha cambiati in pesos oggi si ritroverebbe con 1 dollaro in tasca, mi spiego. Quelle persone che hanno denaro in nero non sono delinquenti, sono persone che sono riuscite a sfuggire a dei politici liberticidi”.
Antonio Laje, poco abituato a risposte del genere, ha insistito affermando che “sì, va bene, ma per lui quel tizio che s’è tenuto i 1000 dollari senza dichiararli allo Stato è un evasore”. Folgorante la risposta del presidente argentino: “Ma mi scusi… ammettiamo che un cubano decida di fuggire clandestinamente dal regime criminale castrista e riesca ad arrivare a Miami, lei che fa? Va sulla spiaggia di Miami a prenderlo a bastonate per riportarlo in patria, anziché permettergli di vivere in libertà”?
A quel punto, Milei ha ribadito senza mezzi termini sta preparando un decreto per favorire l’uso di dollari non dichiarati per consumi, affinché entrino nel mercato e possano essere usati senza che venga chiesto dal Fisco da dove proviene quel denaro. ARCA (la nuova agenzia delle entrate), la Banca Centrale e il Ministero di Giustizia stanno lavorando alla redazione della misura. In sintesi, Milei ha elogiato chi ha saputo difendere il frutto del suo lavoro dai tassatori e dall’inflazione. Ecco alcune sue dichiarazioni:
- “Non mi importa minimamente da dove hanno preso quei soldi. La misura che adotteremo è una regolarizzazione senza pagamento di imposte e senza prendere loro le impronte digitali”.
- “Un sistema fiscale pensato sui controlli per evitare il riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite come il narcotraffico è un orrore”.
- “Si potranno usare i dollari senza lasciare impronte digitali. Nessuno deve sapere da dove li hai presi. Se c’è stato un furto, si deve combattere il furto. Ma non si deve generare una distorsione economica per combattere un reato”.
- “L’Argentina ha un PIL di 600 miliardi di dollari e si stima che gli argentini tengano tra 200 e 400 miliardi sotto il materasso. Questo potrebbe rappresentare un’iniezione di fondi nell’economia capace di accelerare enormemente il tasso di crescita”.
- “Stiamo verificando ogni passaggio della norma che verrà ufficializzata, per assicurarci che funzioni”.
- “Chi è riuscito a sfuggire al Fisco, ha fatto bene; non devo punirlo perché è riuscito a sfuggire al ladro, dove il ruolo del ladro è quello dello Stato”.
- “Per definizione, è come una regolarizzazione, ma senza pagamento di imposte. Non ha fini fiscali, ma serve a liberare, a permettere che le persone possano usare liberamente il proprio denaro”.
Durante le sue risposte, Milei ha ribadito più volte la sua visione, ovvero che i reati vanno combattuti dai Ministeri della Sicurezza e della Difesa, escludendo altri organismi dal controllo dei flussi di denaro provenienti da evasione o attività illecite: “Le questioni economiche si risolvono in economia, le altre si trattano sul piano giuridico e legale”, ha sentenziato.
Sulla scorta di quanto ebbe a dire Milton Friedman durante un suo viaggio in Italia, per Javier “lo Stato non dovrebbe punire coloro che nascondono i propri soldi per evadere le tasse” perché cercano solamente di proteggersi dai politici ladri, sottolineando quindi che essi “sono eroi, non criminali”.
Che dire? Javier sostiene – da Presidente della Repubblica Argentina, non da economista o da polemista – le stesse cose che affermava anni fa, quando ebbi la fortuna e il piacere di conoscerlo. Mica male per uno che viene criticato per essersi definito libertario.
Fantastico Milei. Grazie al Miglioverde, che ci racconta quelli che gli altri media non dicono
Grazie a te!
Quando procuri del valore a qualcuno, vuol dire che hai investito il tuo tempo in modo positivo e sicuramente avrai un ritorno altrettanto positivo. Win-Win. Beh, mi ero dimenticato di confermare la mia iscrizione al MiglioVerde… la faccio subito. Sull’articolo, da leggere e rileggere!
Grazie mille !!!
Comunicazione eccezionale, nulla da dire, qualsiasi persona che vive del frutto del proprio lavoro e non dell’estorsione fiscale vorrebbe sentire queste parole. Aspettiamo di vedere i fatti. Da valutare quanto fidarsi di questa operazione, che sostanzialmente è un vero condono, senza pagare nulla, non come quelli italiani. Ma la domanda è: visto quello che hanno fatto qui in itaGLia, una volta che hai fatto emergere quei capitali giustamente sottratti dall’estorsione fiscale, quali garanzie hai di non venire aggredito successivamente dalla sstato criminale?
Hai letto bene l’articolo?