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La burocrazia non ammette il controllo del popolo

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di ENZO TRENTIN L’accesso agli atti della Pubblica amministrazione è regolato dalla legge 241/1990. E fu imposto da una direttiva EU, altrimenti... Tuttavia il Consiglio di Stato è recentemente intervenuto sul rapporto tra diritto di cronaca nell’esercizio dell’attività giornalistica e diritto di accesso ai documenti detenuti dall’amministrazione. “Il numero dei documenti chiesti nonché la genericità della richiesta avanzata, lasciavano intravedere un intervento diretto ad esercitare un controllo generalizzato sull’attività della Pubblica Amministrazione. Per il Collegio ciò equivale a introdurre una inammissibile azione popolare sulla trasparenza dell’azione amministrativa.” La sentenza può essere letta qui.  Insomma, ad ogni passo il cittadino si rende conto di vivere in uno Stato in cui la democrazia è solo una vuota etichetta, ed il regime politico, attraverso la sua burocrazia, si fa sempre più autoreferenziale. La burocrazia è un prodotto del p
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3 COMMENTS

  1. Quando il cittadino NORMALE entra nel mondo del lavoro possiede un certo numero di cognizioni e di convinzioni.
    Con il tempo acquisisce nuove idee a seguito di nuove esperienze (positive e negative, proprie e altrui) e corregge il “tiro”.
    Il BUROCRATE non acquisisce niente se non i trucchi per galleggiare o fare carriera .Sia perchè ha scarsissimi contatti con l’esterno e, sopratutto, perchè non è chiamato a rispondere dei risultati delle sue azioni .
    A rispondere non solo verso i suoi superiori (nei confronti dei quali la responsabilità è quasi nulla grazie alla ferrea tutela dei suoi sindacati) ma , sopratutto, verso la collettività ESTERNA.
    Questo fa si che Leggi e Regolamenti (prodotti quasi esclusivamente dai burocrati) soffrano di una pazzesca miopia , quando non di errori colossali, e che la struttura organizzativa sia concepita e gestita da persone che non hanno la minima idea di come funziona una qualsiasi “baracca” produttiva.
    Senza interventi CHIRURGICI le speranze sono nulle !

  2. Come rileva Trentin il burocrate è quella persona capace di ingarbugliare le carte per usarle ad esclusivo proprio vantaggio e della “combriccola” alla quale si appoggia e che lo sostiene.

    Ricordo una trasmissione televisiva molto popolare in Veneto che usava, ed usa ancora, invitare “anche” politici durante i suoi talk show quotidiani, politici ai quali i telespettatori possono rivolgere domande intervenendo telefonicamente.

    Pochi anni fa fu ospite di questa “Rete” un politico; il Signor Tiziano Treu, all’epoca Ministro del lavoro e della Previdenza sociale con il il Governo Prodi.
    La discussione, ad un certo punto, sfiorò il problema delle pensioni, un telespettatore, pose al Ministro un quesito che riguardava proprio le pensioni e, segnatamente, la doppia pensione che grazie ad una sua legge, di Amato, alcuni sindacalisti avrebbero potuto, da quel momento in poi, percepire.

    Il telespettatore chiese a quale titolo i sindacalisti distaccati presso gli uffici del – sindacato di riferimento – avessero avuto la “fortuna”, con tanti problemi che già allora affliggevano lo Stato, di richiamare l’attenzione del Ministro e del suo Governo su un problema che, forse ai più, avrebbe potuto sembrare marginale e cioè istituire una seconda pensione che andasse ad affiancarsi a quella che i colleghi in servizio, nelle Amministrazioni di provenienza, già maturavano per loro senza il benché minimo apporto lavorativo dei diretti interessati.

    Il Ministro, serio serio, spiegò così l’arcano, e cioè che i sindacalisti distaccati presso le segreterie di CGIL, CISL, UIL “sacrificavano” la carriera nell’interesse dei lavoratori per cui un “riconoscimento” a queste persone “altruiste”, – sembra di capire – bisognava pur trovarlo.

    Dopo questa risposta che lasciò, immagino, perplesso il telespettatore; sicuramente lo rimasi io, la comunicazione venne interrotta così che l’ascoltatore non fu più in grado di svolgere quelle considerazioni che, se avesse potuto ribattere, ne sono sicuro, avrebbe formulato.

    Non spiegò – il Ministro – perché il riconoscimento dovesse essere riconosciuto dallo Stato, che è il datore di lavoro: quale “riconoscenza” deve lo Stato a dei sindacalisti che ogni due e due quattro faceva scioperare i propri dipendenti?

    Infatti se beneficio deriva ai lavoratori dall’opera sindacale il riconoscimento avrebbe dovuto pervenire dai lavoratori, non dal “Datore di Lavoro”.

    A meno che lo Stato non avesse avuto, allora come sospetto adesso, motivo di riconoscenza nei confronti della Triplice per motivi che non riuscii, all’epoca, ad individuare.

    Forse una risposta convincente me la fornì, qualche tempo dopo, una statistica; secondo il grafico che la illustrava gli italiani percepivano in €uropa il 40% in meno dello stipendio della media €uropea e il 50% in meno dei lavoratori tedeschi.

    Questo mi sembrò un “buon pretesto” più plausibile di quello fornito dal Ministro per ripagare i sindacalisti dei loro Sforzi!

  3. che schifo!! questi qua sono ladri e sanno benissimo di esserlo, perchè basta possedere due neuroni per rendersene conto!

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