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La concorrenza e i suoi nemici

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di MATTEO CORSINI

Leggo sul Sole 24Ore un articolo che rende conto del giudizio, definito “severo”, che l’autorità Antitrust ha riservato alle politiche per la concorrenza. In effetti la legge sulla concorrenza, che dovrebbe avere cadenza annuale e invece nell’ultimo caso ha avuto una gestazione da doppio elefante, ha finito per introdurre limiti alla concorrenza e veri e propri arretramenti in diversi settori, quali professioni, servizi postali, sanità, concessioni e diritti d’autore.

Carmine Fotina, autore dell’articolo, nota cheTra passi indietro e cambiamenti che non sono arrivati sono troppi i settori coinvolti per non pensare a una cronica difficoltà a legiferare a favore del mercato. Ora l’Antitrust si appella al Parlamento e al governo che si insedierà”.

La quale Antitrust dichiara: L’auspicio è che la nuova legislatura riprenda il sentiero delle liberalizzazioni”.

Premesso che dal punto di vista di un libertario il concetto stesso di legge sulla concorrenza è indigesto essendo in sostanza un ossimoro, non si tratta di “cronica difficoltà”, bensì di cronica avversità. Perché l’unico modo per legiferare a favore della concorrenza consisterebbe nel rimuovere vincoli, ossia nel delegiferare rispetto a quanto fatto in passato.

Al contrario, in Italia concorrenza e liberalizzazioni risultano essere indigeste perché ogni corporazione è a favore della concorrenza negli altri settori tranne che nel proprio, ed è anche un bacino elettorale. Quindi chi legifera, avendo come fine il consenso elettorale ed essendo spesso proveniente da una delle corporazioni di cui sopra, non può essere a favore della concorrenza e del libero mercato.

Prova ne sia che quelle che in Italia sono etichettate come liberalizzazioni finiscono spesso con essere farcite di pesanti adempimenti formali che comportano costi di compliance sopportabili da chi già ha consistenti quote di mercato, ma che nei fatti rappresentano formidabili barriere all’entrata.

Quanto all’auspicio dell’Antitrust, se a legiferare sarà una maggioranza pentaleghista le cose non credo miglioreranno.

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1 COMMENT

  1. Parlando di concorrenza. E’ notorio che se la concorrenza è perfetta il prezzo si pone al punto di incontro tra domanda e offerta. Con l’avvento dell’Euro i prezzi sono raddoppiati, i salari no. E’ lecito attendersi che in concorrenza i prezzi debbano dimezzarsi anch’essi, è quello che sta più o meno accadendo, anche se qualcuno la chiama recessione (e non è nel caso italiano). Per esempio: se il negozio sotto casa ha raddoppiato i prezzi con l’introduzione dell’Euro il cittadino comprerà on line, pagando meno, fino a che il negoziante non abbasserà i prezzi a livello tale che l’acquisto on line più le spese di trasporto senza la consulenza del venditore renda tale acquisto non più conveniente. La stessa cosa accadrà con le case, i ristoranti, ecc.
    Ci saranno dei settori in cui non c’è concorrenza perfetta, c’è monopolio oppure un cartello (proibito dalla legge). Tali settori sono facilmente identificabili proprio dal mancato calo dei prezzi: assicurazioni auto, autovetture, carburanti, utenze domestiche, autostrade, banche.
    Ora sono certo di attirarmi le ire dell’autore. ma se è conclamato che c’è un cartello (non occorrono le prove, basta l’evidenza dei prezzi), l’antitrust non interviene, se interviene le multe sono ridicole mi pare evidente che se la liberalizzazione dei prezzi è solo annunciata, tanto vale tornare ai prezzi amministrati se è impossibile avere la concorrenza tra i produttori.

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