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La libertà di espressione per Bruxelles diventa “discorsi d’odio” da censurare e punire

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di FREDERICK ATTENBOROUGH Il 18 gennaio, il Parlamento europeo (PE) ha votato una risoluzione che propone di estendere l'elenco dei crimini di livello europeo includendovi tutte le forme di "crimini d'odio" e "discorsi d'odio". (la risoluzione è passata con 397 voti a favore, 121 contrari e 26 astenuti). Ora, l'unica cosa che si opporrà all'aggiunta di queste dubbie categorie di discorsi all'elenco UE dei crimini particolarmente gravi che "hanno un impatto al di là dei confini nazionali" sarà il voto del Consiglio dell'Unione Europea. Per i cosiddetti "eurocrimini" di questo tipo, il Parlamento europeo e la Commissione europea (CE) hanno il potere di stabilire norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni, che gli Stati membri sono tenuti poi a integrare nei propri ordinamenti giuridici. La capacità dell'UE di farsi beffe del principio di sussidiarietà in modo così disinvolto è sancita dall'articolo 83, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell
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