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La prostituzione fa bene al pil. e alla propaganda di stato

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di GIOVANNI BIRINDELLI La notizia, di circa un mese e mezzo fa, è questa: a partire dal 2014 attività illegali (per quanto legittime) quali la prostituzione, la droga e il contrabbando (di sigarette e alcol) entreranno nel calcolo del cosiddetto Prodotto Interno Lordo (Pil). Il fatto che gli uffici (pubblici) di statistica utilizzino gli indici da essi elaborati per truccare le carte a favore del loro padrone, lo stato totalitario, e quindi ai danni delle persone che questo opprime, è cosa arcinota a coloro che studiano l’economia (cioè la Scuola Austriaca di economia). L’esempio tipico è dato dalla manipolazione dell’indice dei prezzi al consumo. Come dice Mises, «Una madre di famiglia giudiziosa sa molto di più dei cambiamenti dei prezzi dei beni che fanno parte della sua economia domestica di quanto le medie statistiche possano dire … Se lei “misurasse” i cambiamenti dei prezzi a scopi personali prendendo i prezzi solo di due o tre beni come parametro, non s
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5 COMMENTS

  1. E’ difficile riassumere dei libri in poche righe. Sull’assurdità del calcolo del Pil vi consiglio “Il Sacco del Nord” di Luca Ricolfi. In poche parole il Pil viene calcolato con i consumi privati, gli investimenti delle aziende, togliendo le importazioni ed aggiungendo le esportazioni e con il settore pubblico. Il settore pubblico viene calcolato con la somma degli stipendi pubblici pagati. Ma, e questa è la pecca, il settore pubblico in realtà è finanziato con le tasse al settore delle famiglie e delle imprese. Questo porta a delle assurdità. Per esempio supponiamo che il Pil della Lombardia sia pari a 100 per le famiglie e le imprese e la tassazione sia 80. Delle tasse pagate 40 restano in Lombardia e 40 vengono destinate altrove. Allora il Pil lombardo è pari a 100 + 40 = 140.
    Supponiamo che il PIl della Calabria, per il settore famiglia e imprese sia pari a 60, però la Calabria riceve 40 di spesa pubblica. Allora il PIl calabro è 100. E questa è un assurdità, sia perché indica solo una grande statalizzazione dell’economia calabra, ma con questi dati la Regione Lazio, con poche industrie ma tanti ministeri ha statisticamente il terzo PIl italiano.
    Provate a fare confronti internazionali con il PIl di Stati statalizzati, come l’Italia, e liberisti come la Svizzera tenendo conto di questi fattori.
    Infine, in statistica non si fanno medie tra dati difformi, è allucinante sentore che l’evasione in italia è del 20% quando ci sono regioni con il 10% di evasione, tipo la Lombardia, e regioni con il 75% di evasione (dati GDF) come la Calabria.
    Il calcolo del PIl a cosa serve quindi? A un bel nulla, se non a far fare propaganda ai governi. No servono ad una cosa: il governo italiano può dire che la pressione fiscale è del 44%. Peccato che il Pil italiano sia dagli anni novanta, per motivi di fondi comunitari, aumentato del 20% per tenere conto del sommerso, ma il sommerso non paga le tasse, per definizione….

  2. Ottimo articolo, come al solito, di Giovanni Birindelli.

    Negli Stati Uniti il governo ha accettato l’idea, avanzata dall’economista di scuola austriaca Mark Skousen, di calcolare diversamente il pil, dando importanza a tutte le fasi della produzione antecedenti il consumo. Gli investimenti delle imprese, in questo modo, assumono un’importanza superiore rispetto alle spese dei consumatori nel guidare l’economia. Si tratta di una vittoria per la scuola austriaca e di una sconfitta per i keynesiani.

    Ne ha parlato anche Rampini su Repubblica:

    http://rampini.blogautore.repubblica.it/2014/04/25/da-oggi-lamerica-ha-un-pil-alternativo-e-doppio-il-go/

    Si tratta comunque di un sistema di calcolo del pil che affianca, e non sostituisce, quello tradizionale.

    Guglielmo Piombini

    • Grazie Guglielmo per aver corredato questo articolo di questa notizia di cui non ero al corrente. Speriamo che non usino un indice o l’altro a seconda di quello che gli fa più comodo a seconda dei casi. Se guardiamo all’uso che fanno del concetto di uguaglianza davanti alla legge, per esempio, c’è poco da essere incoraggiati visto che usano un concetto (uguaglianza davanti alla Legge) o quello opposto (disuguaglianza legale) a seconda di quello che serve meglio i loro scopo nei diversi casi particolari. Detto questo, ribadisco quello che ho accennato nella nota 7: la statistica è un concetto alieno alla scienza economica.
      Un saluto,
      Giovanni

  3. Questo articolo vale da solo l’abbonamento annuale. Perfetta analisi della truffa economica e della propaganda statistica. Ottima anche la digressione sulle varie forme di prostituzione. Complimenti.

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