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La rottura nel carroccio: ma tosi sara’ in grado di “fare male” alla lega?

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di GIANLUCA MARCHI

tosi oggiE’ finita come era largamente prevedibile già da diverso tempo. Bastava saper leggere mediamente le cose della politiche e le dinamiche della Lega, per capire che dentro il Carroccio non c’era più posto per Flavio Tosi. Ancora una volta, dunque, si ripete la “maledizione” che ciclicamente colpisce i capi di turno della Liga Veneta. Ai tempi di Bossi è successo con Franco Rocchetta, che addirittura era il fondatore della Liga, e con Fabrizio Comencini, reo quest’ultimo, a torto o a ragione, di tentare di mettere in ombra il Capo, reato che non poteva essere in alcun modo perdonato. Oggi assistiamo alla terza cacciata: Salvini estromette dal movimento Tosi non tanto o non solo per divergenze politiche, quanto soprattutto per incompatibilità personale. I due erano arrivati al punto di non sopportarsi più e lo si capisce dai toni esplosi dopo l’ufficializzazione dell’espulsione. E come vuole la storia e la tradizione, nella Lega ci può essere un solo Capo, ieri Bossi e oggi Salvini. Quando la gestione è “democristiana”, vedi la parentesi Maroni, finisce per creare solo danni.

Le divergenze politiche fra Salvini e Tosi, con il sindaco di Verona che sembrava ergersi sistematicamente a contraltare delle scelte e delle opzioni salviniane, erano solo strumentali per celare una incompatibilità personale, che siamo sicuri il segretario federale sarà sempre pronto a negare ma che era nei fatti. Erano al punto strumentali, tali diversità, da essere arrivati al paradosso che le accuse politiche rivolte a Tosi fino a un recente passato da ambienti anche interni alla Lega, soprattutto quelli più indipendentisti, sono diventate le accuse che Tosi scarica su Salvini. Al sindaco han detto di essere troppo italiano, di essere solo blandamente federalista, di non credere in alcun modo all’indipendenza della Padania, di provenire da ambienti fascistoidi e di essersi portato appresso, nel movimento, ciarpame destrorso. Ironia della sorte oggi lui che fa? Contesta a Salvini una deriva destrorsa, l’abbandono delle istanze territoriali a favore di quelle italiche, di non parlare praticamente più di autonomismo e nemmeno di federalismo. Insomma, è come se si fossero ribaltate le posizioni.

Ma la domanda che più interessa in questo momento è una sola: Tosi sarà in grado di “fare male” alla Lega o cadrà nell’oblio politico come è successo ai suoi predecessori? Che Umberto Bossi, al quale è rimasto almeno il fiuto politico contingente e tattico, abbia cercato di fare il pontiere per salvare il salvabile, mi fa crescere il sospetto che vi sia il reale timore che l’ormai ex segretario nazionale della Liga possa infliggere qualche dispiacere al Carroccio e al candidato Luca Zaia. Ma per poter essere efficace in tal senso sono convinto che dovrebbe compiere una scelta per lui quasi incompatibile: dovrebbe correre da solo, solleticare le sensibilità indipendentiste dei veneti (l’ultimo sondaggio Demos dice che il 57% di loro aspira all’indipendenza intesa non tanto come una Repubblica Veneta quanto come aspirazione autonomistica), dovrebbe stigmatizzare fino all’inverosimile la presunta arroganza lombarda all’interno della Lega Nord contro il Veneto e tornare a cavalcare termini come federalismo e autonomismo, magari spingendosi fino a solleticare l’indipendentismo (cosa che per lui deve essere peggio che bere dell’olio di ricino). Insomma, dovrebbe fare quello che la maggioranza dei veneti si sarebbe aspettata da Luca Zaia, il quale rimane invece sempre assiso sull’uscio, contento di incassare i dividendi della sua buona amministrazione, ma non abbastanza coraggioso per cercare di passare alla storia del Veneto e non solo: Zaia ha rinunciato a essere ciò che Artur Mas tenta di incarnare per la Catalogna.

E invece Tosi finirà per allearsi con un centralista nato come Alfano e con un ex banchiere come Corrado Passera. Potrà così agguantare  qualche soddisfazione nell’immediato, forse, ma in prospettiva è destinato a uscire di scena senza infamia e senza lode.

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2 COMMENTS

  1. E’ ovvio che la posizione di Tosi è stata preordinata.
    Lui sa bene che non ha nessuna probabilità di vincere e, pertanto ,l’obbiettivo è solo di far perdere Zaia.
    Qui c’è lo zampino del PD !

  2. Per me la domanda è se tosi potrà fare male alla lega di più di quanto la lega salviniana se ne sta facendo da sola… é una bella sfida…

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