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L’aquila sudtirolese e la pecorella italiana

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di STEFANO BRUNO GALLI Potrebbe sembrare davvero irriguardoso recensire severamente e con asprezza l’ultimo libro di chi se n’è appena andato. Bisogna avere pietà per i defunti. Eppure l’idea di questa recensione nasce ben prima della recente scomparsa di Sebastiano Vassalli, avvenuta lo scorso 27 luglio. L’idea è maturata nella circostanza dell’uscita de Il confine – sottotitolo: I cento anni del Sudtirolo in Italia – che è approdato nelle librerie nel corso del mese di maggio. Una breve digressione autobiografica è necessaria. Nel 1985, chi scrive non aveva ancora vent’anni. Frequentava assiduamente il vivace cenacolo che si generò attorno alla battagliera rivista Etnie, di cui ero in sostanza la “mascotte”, guidata da Miro Merelli. Ero radicale – come ora, per altro – nella mia vocazione autonomista e nella mia sensibilità verso il principio non negoziabile dell’autodeterminazione dei popoli. E simpatizzavo per la giusta lotta del popolo sudtir
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2 COMMENTS

  1. Benchè il Sebastiano Vassilli saggista sia scivolato più volte sul tema Sud Tirolo direi di va comunque apprezzato il Vassalli romanziere, perchè nelle sue opere ci sono bellissime descrizioni della pianura padana, specialmente del novarese, dei veri e proprio “quadri d’autore”. Poi sul sudtirolo siamo d’accordo al 100%, con una postilla, oramai la maggior parte dei sudtirolesi non è più interessata all’indipendenza, hanno ottenuto da roma condizioni tanto vantaggiose che ormai preferiscono mantenere lo status quo non a caso la SVP è contraria all’indipendenza del Sudtirolo. A dire il vero non è un atteggiamento poi così recente il passaggio da Los von Rom a Los von Trient risale agli anni ’60 ed è opera di Silvius Magnago.
    infine una nota su ortisei, viene dal ladino Urtijei, ciò non toglie che nella stragrande maggioranza dei casi i nomi di tolomei siano degli stravolgimenti assurdi, ma non dobbiamo mai dimenticare che quasi tutto quello che è stato fatto in sud tirolo ai sudtirolesi è stato fatto 50 anni prima anche in padania ai padani, ad esempio i nomi li hanno stravolti anche da noi.

  2. La situazione è pienamente descrivibile con una logica elementare che gli italianisti (volutamente) ignorano.
    1.-L’Italia ha DICHIARATO guerra all’ Austria a conclusione di uno dei suoi mille tradimenti.
    2.-La motivazione relativa al cosiddetto “risorgimento” non sta in piedi in quanto , specie per un popolo così diverso “non c’era niente da risorgere”
    3.- La storia di “portare il confine al Brennero ha la stessa consistenza di “portare il confine al Danubio”.
    4.-I sud tirolesi, attaccati come erano e come sono alle loro tradizioni hanno eroicamente resistito ( e resistono ancora oggi) a ogni costrizione terronica.

    Tutto questo alla faccia della democrazia, della libertà, dell’autodeterminazione dei popoli e di tante belle storielle di cui si fanno vanto i corifei del regime.

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