di FRANCO DI BRACCIO*
E’ da parecchio che non vado ai funerali. Non riconosco la assenza fisica perché so benissimo che la temporanea presenza su questa terra, prima o poi evapora, sì evapora e ha un senso se lascia qualcosa, un segno, un pensiero, una immagine, una traccia qualsiasi per testimoniarne il passaggio. Non posso immaginare che tutto finisca in una fotografia a fianco di un mazzo di fiori, sarebbe svilire il senso della vita e riconoscerne l’inutilità.
Molti anni fa parlando con un grande Professore mi confrontai su questo argomento, mi disse che “dopo non c’è nulla”. Rispettoso della Sua opinione provai a rispondergli dicendogli che non è importante ciò che viene "dopo" ma ciò che si trasmette a chi è obbligato a vivere dopo di noi, tentando di trasmettere l’esperienza vissuta per migliorarne la condizione. Mi guardò con il suo sguardo pungente e mi disse: "E' inutile tentare di far capire a chi non vuole capire, che può vivere meglio”!.