di ANDRÉS VILLOTA GÓMEZ
La percezione che abbiamo di qualcosa genera le aspettative che determinano il processo decisionale. Le percezioni si formano, ci piaccia o no, a partire dall'estetica, la prima impressione che il cervello riceve per elaborare l'informazione che, dopo aver preso scorciatoie dovute a bias cognitivi, genera la percezione, senza ulteriore analisi tecnica o razionale dell'informazione ricevuta.
Censura, incitamento all'odio, equità, uguaglianza, inclusione, correttezza politica, cancel culture, azione diretta violenta, ignoranza programmata e altre aberrazioni imposte dalla narrativa progressista, sono riuscite ad alterare la percezione che si aveva dell'estetica nei primi decenni del XXI secolo, fino a finire per naturalizzare il grottesco, il pacchiano, il volgare e lo sgradevole, il che, ovviamente, contrasta con i concetti elementari dell’estetica.
La coscienza dell'estetica non era riuscita a pervertirsi, ma la violenza progressista ha annullato o