di FABRIZIO DAL COL
È l’Italia che non c'è più. Una lenta e agonizzante perdita delle aziende italiane, un tempo vanto della penisola, che vengono acquistate da multinazionali straniere. Già nel 2012 scrivevo che il corso della deindustrializzazione italiana sarebbe stata inevitabile ed ecco che negli ultimi tre anni, le più grandi lobby finanziarie internazionali si sono scatenate per comprare a saldo ciò che da sempre faceva gola: i marchi italiani più famosi.
Qui i marchi italiani venduti all'estero
La (fonte) della lista: alla quale andrebbero però aggiunte quelle relative al 2014 e al primo trimestre del 2015. Pirelli in testa. Comunque, questa lista è molo significativa, e mostra già oggi, che la monetizzazione delle eccellenze italiane, delle aziende italiane finite all'estero, e tra non molto, con i dati mancanti aggiorneremo anche questa.
1998: Locatelli (Svizzera) San Pellegrino (Svizzera) 1999: Algida (Unilever) 2000: Emilio Pu
Certo è che se gli industriali vedono che il gioco ,in italia, non vale più la candela , allora cedono baracca e burattini , fanno cassa e salutano la compagnia.
Farei così anch’io.
O vendono o traslocano.
Li capisco perfettamente.
Non c’è rimedio, con governi come l’attuale, e con uno stato come quello italiano, quello della costituzione più bella del mondo.
Inutile illudersi.
Nulla si può più fare se prima non si trasforma lo Stato unitario. Sovranità cedute, e potere interno centralizzato, che continua ad aumentare le tasse e la spesa pubblica, fanno dell’Italia uno Stato fallito.
Ieri c’era un articolo sui paradisi fiscali e Stati che mantengono il segreto bancario.
Credi che sia doveroso iniziare a pianificare il periodo post indipendenza.
Servirebbe uno studio sui pro e contro di avere in Padania il segreto bancario come lo aveva la Svizzera tempo fa, effetti sulle esportazioni ed eventuali sanzioni economiche. Aggiungo che occorre anche uno studio su come far rientrare le aziende padane che hanno delocalizzato solo la produzione o completamente come far ritornare padani marchi che gli occupanti italiani hanno svenduto o fatto svendere (nazionalizzazioni, ecc.)