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Lombardia, il referendum per l’autonomia è assolutamente inutile

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO E fu così che la montagna partorì il topolino. La macroregione è ormai relegata nello scantinato insieme alle altre mille improbabili proposte elettorali leghiste di questi ultimi 20 anni (ad altre latitudini dicono “Passate le feste, gabbato lo Santo”, la “lombardizzazione” del detto potrebbe essere “Passate le elezioni, dimenticati gli elettori”), a scorno perpetuo di chi continua a porre fiducia in loro. Se da un lato la Lega Nord conclude imperterrita il suo percorso di “italianizzazione” (come già denunciammo, soli, declinando l’invito a partecipare al Congresso di elezione del loro attuale Segretario Salvini) promettendo rivoluzioni e sfracelli se governasse lo Stato italiano, si palesa completamente inetta nelle posizioni di concreto potere sia in Lombardia, sia in Veneto, dimostrandosi solo capace di disinnescare la voglia indipendentista che in queste due nazioni d’Europa alberga. Nel caso dei nostri confinanti vene
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1 COMMENT

  1. La richiesta di referendum, come il resto dello stesso, è ovviamente una buffonata.

    Come dimostrato con la recente iniziativa referendaria leghista sulla legge fornero, fallitaglia, in tempi biblici, decide quel che vuole circa la concessione o meno di referenda. Questo poi, sembra solo una richiesta di possibilità che venga forse, in futuro, cotemplata la possibilkità che Lombardia possa tentativamente richiedere un modicum di magiore autonoma. Ma non ci facciano ridere…

    Maroni alla meglio è un buon gestore delle scarsissime risorse economiche che la depredata Lombardia riceve da Rrrroma. Maroni (e credo i vertici della Lega) sanno benissimo che un paese alla canna del gas (ha ragione il ministro geco a dire che falltaglia è a rischio di default) mai e poi mai lascerà che una regione che sgancia oltre 50 mld netti all’anno se ne vada per i fatti proprii. Roma non può permettersi di lasciare neanche un extra 500 mln (altro che miliardi) alla Lombardia, pena la sua bancarotta e rivoluzione da parte di milioni di parassiti del settore pubblico italiota. Finchè i lombardi non saranno adeguatamente informati della portata e implicazioni (negative) del residuo fiscale, non abbiamo speranza che l’istanza secessionista decolli.

    Forse Miglio Verde dovrebbe ad nauseam tambureggiare sul concetto, ricordando le cifre e spiegando e rispiegando cosa (inimmagginabbile) potremmo fare in Lombardia con 50 mld in più all’anno (e analogamente per il Veneto, se non anche Piemonte ed Emilia).

    Aspettando sempre il nostro Bravehart in salsa padana… Sperem

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