di LUIGI CORTINOVIS
Un articolo di Enzo Ragusa (vedi qui) presenta le posizioni di Alberto Prestininzi, professore ordinario di Geologia Applicata all’Università di Roma La Sapienza, che offre una visione controcorrente sul cambiamento climatico.
In un video su X, Prestininzi sostiene che “il pianeta dal punto di vista del clima non è mai stato bene come adesso”, basandosi su dati scientifici e storici. Tra le evidenze citate, spicca la scoperta di una marmotta mummificata di 6.000 anni sul Monte Rosa, datata al carbonio e legata alla Piccola Era Glaciale del 1600, che dimostra come il clima terrestre abbia subito variazioni naturali prima dell’era industriale.
Per Prestininzi, questi dati contestualizzano le attuali preoccupazioni climatiche, sfidando l’approccio dell’IPCC, che ritiene più politico che scientifico, e i modelli climatici che ignorano la storia del pianeta. Un punto chiave della sua tesi è l’aumento del 30% della massa vegetale negli ultimi 50 anni, osservato tramite satelliti, che suggerirebbe un pianeta in prosperità, contrariamente alle previsioni apocalittiche.
Prestininzi non nega i problemi ambientali, ma identifica l’inquinamento da plastica come la vera emergenza, criticando l’allocazione di circa 1.000 miliardi di dollari annui per ridurre la CO2, fondi che potrebbero affrontare sfide reali come disastri naturali. Inoltre, paragona il movimento climatico a una nuova religione, dove la fede supera la scienza, un’affermazione che ha diviso le opinioni: alcuni la vedono come una provocazione utile, altri come una sottovalutazione dei rischi.
La sua posizione si inserisce in un coro di scienziati scettici sull’emergenza climatica antropogenica, sebbene la maggioranza scientifica continui a collegare le attività umane al riscaldamento globale. Prestininzi invita a un riesame delle politiche climatiche, basandole su dati storici e scientifici piuttosto che su narrative mediatiche. La sua voce, pur controversa, aggiunge complessità al dibattito, sottolineando la necessità di un approccio graduale e multidisciplinare per comprendere il clima terrestre.


La scienza di un Rubbia che spara cazzate su Annibale che varca le Alpi perchè qui allora c’era un clima caraibico (senza manco aver letto Polibio che ci dice che perse quasi metà esercito per congelamento) invece va bene?