di REDAZIONE
Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato, martedì 19 ottobre, con i voti della coalizione leghista e di parte del gruppo misto e l’astensione delle opposizioni e di Fratelli d’Italia, la proposta di legge presentata dai consiglieri della lista Zaia e della Lega, prima firmataria la bellunese Silvia Cestaro. La nuova legge impegna la Regione a tutelare, promuovere e valorizzare l’uso del ladino, del cimbro, del friulano nelle rispettive comunità etniche e linguistiche; riconosce la facoltà di usare le lingue minoritarie nelle sedi istituzionali (nelle modalità previste dalla legge nazionale 482 del 1999, ovvero là dove le minoranze linguistiche rappresentino almeno il 15 per cento della popolazione) e si impegna a favorirne «il ripristino, sempre associato alla lingua italiana, nelle prassi degli enti locali».
«Nel territorio regionale – ha ricordato la relatrice Cestaro – sono tre le isole linguistiche presenti: i cimbri, appartenenti al ceppo