di LEONARDO FACCO
Ieri ha esternato Napolitano, di riflesso ho deciso di rilanciare, in parte, un vecchio articolo, che scrissi ai tempi in cui scoppiò lo scandalo di "Er Batman"in Regione Lazio.
Anche allora, come adesso, Giorgio Napolitano alzò il ditino raggrinzito ed ammonì a brutto muso: “Vergogna”! Per non dare adito al “popolino” di fraintendere il contenuto del suo messaggio, pensò bene di prendersela con quel postribolo laziale zeppo di maiali eletti– usi grufolare con e senza maschera tra i soldi dei tassati – e tuonò con veemenza: “Una vergogna gli scandali in Regione. Uno smacco per la gente onesta. Cose inimmaginabili”.
Dopo giorni di silenzio dalla notizia del putridume emerso in quel di Roma s'è ripetuto, ma siccome la maggior parte dei coinvolti nello scandalo "Mafia Capitale" sono iscritti del suo partito, ha avuto l'ardire di prendersela con "l'antipolitica". Ecco le sue gracchianti parole: "Da almeno due anni assistiamo al d
Chissà quanti altri nei avrà e più grandi ancora.
Tante ne ha viste, e, tante ne deve aver “fatte” il nostro “presidente” nel corso della sua lunga vita.
Un mio vicino di casa, originario della Ciociaria, mi ha raccontato un episodio della sua infanzia.
“Era prossima la caduta del Fascismo ed una sera, la mamma ed il papà erano preoccupati, si respirava una aria di strana tensione in casa, come in attesa di un evento non evitabile.
Ad un certo momento sentirono abbattere il portone di casa e un rumore di passi di più persone che salivano correndo le scale: la madre era sbiancata in viso ed il mio povero amico, senza sapere, temeva, e tremava, per una paura che vedeva dipinta nelle facce dei genitori.
Erano loro, i giovani del GUF, (Giovani Universitari Fascisti): quella (milizia) che faceva “pratica”, in “corpore vili” per diventare Classe dirigente dell’Italia “Fascista”; credevano ancora.
Per farla breve picchiarono il padre e l’obbligarono a bere l’olio di ricino; come da prassi.
Fu uno shock per tutta la famiglia.
Pochissimi mesi dopo, caduta la “dittatura”, nelle piazze e nei teatri improvvisati antifascisti arringavano il popolo denunciando le nequizie del defunto regime.
Uno di questi era ben conosciuto al mio amico; si trattava del capo manipolo che aveva guidato l’aggressione a casa sua poco tempo prima.
Riciclato, ora, alla “Democrazia”, arringava il popolo denunciando gli “orrori” del fascismo e i vantaggi del Comunismo e della Libertà.
Rimasto, sulle prime, esterrefatto, il mio amico prese a seguirlo in queste sue manifestazioni per sbugiardarlo pubblicamente e denunciandolo per il suo passato di fascista e picchiatore.
Dopo aver picchiato il padre in nome del fascismo, ora faceva picchiare il figlio, dal servizio d’ordine, in nome del comunismo.
L’Infame Pietro Ingrao ha da poco celebrati i novant’anni al “servizio della democrazia”; si trova ancora lì, in Parlamento.
Immagino che il presidente Napolitano abbia seguito un percorso analogo, da giovane fascista.
Poi, da meno giovane, plaudiva l’uccisione degli ungheresi ed incassava i milioni di dollari dall’Unione Sovietica
Chi veramente governa l’Italia, al di fuori delle truccate elezioni, tra l’altro, ha bisogno di personaggi del genere: sono facilmente ricattabili sia
come ex fascisti che come ex comunisti.
Ecco perché abbiamo “Premier” non eletti dal popolo.
Bella testimonianza
Caro Signor Leonardo, la testimonianza che ho portato mi sembrava in tema con la “chiusa” del Suo articolo, la dove cita il Reporter H.L. Mencken: “La democrazia è l’adorazione degli sciacalli da parte dei somari!” … ed io ne ho fatta di questa esperienza, lavorando alle Poste italiane.
Ha ragione. Il più delle volte basta solo la carota, ma non sempre. Il bastone di riserva ci deve essere.
GRANDE Leonardo, andrebbe diffuso adeguatamente
Grazie mille Franco!