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Nelle menti più deboli, lo Stato inculca l’idea che il suo compito sia quello di promuovere la “felicità”

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di GIOVANNI BIRINDELLI Uno Stato che finanzia la cultura è necessariamente uno Stato totalitario. Lo Stato totalitario, infatti, è quello che promuove il “bene” (la “felicità” nelle parole del leggiadro presentatore televisivo). Infatti il “bene” ha due caratteristiche interdipendenti fra loro che rendono lo Stato che si occupa della sua promozione necessariamente totalitario. La prima è quella di essere necessariamente soggettivo. Ognuno ha la propria idea del “bello”, di ciò che è “importante”: in breve, di ciò che secondo lui è il “bene”. Quindi nel migliore dei casi quando lo Stato finanzia la “cultura” ricorre alla violenza (tasse, debito o inflazione) per finanziare ciò che chi detiene il potere politico ritiene arbitrariamente essere “cultura meritevole”, il che implica la discriminazione arbitraria di coloro per i quali “la cultura meritevole” è una cosa diversa. Viceversa, dove lo Stato si limita a difendere la legge intesa c
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