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Non solo i cattivi tedeschi, adesso sono cattivi anche gli olandesi

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di MATTEO CORSINI Come è noto, tra i Paesi dell’Eurozona più critici nei confronti dell’Italia per via dei suoi scassati conti pubblici c'è l’Olanda. I commenti rivolti all’Italia potranno anche infastidire per i toni, talvolta più sprezzanti di quelli usati dai tedeschi, ma il contenuto mette il dito in piaghe purtroppo vere. Capita quindi che, anche da parte di chi è fortemente critico con il governo in carica, si levino nei confronti dell’Olanda le accuse di essere un paradiso fiscale. Lo ha fatto, da ultimo, Federico Fubini sul Corriere della Sera. Scrive Fubini: “Resta però da misurare esattamente il contributo dell'Olanda al risanamento in Europa. Al livello individuale, esso è indiscutibile: il Paese ha un attivo di bilancio e il debito è sceso sotto delle soglie di Maastricht. È però quando si guarda il contributo dei Paesi Bassi al sistema dell'euro che il quadro si fa (quantomeno) ambiguo, perché le politiche dell'Aia non hanno fatto altro ch
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1 COMMENT

  1. Giorni fa il Ministro Tria, se non erro, se ne era uscito con la storia che le incertezze per l’adozione della Tav facevano fuggire gli investitori stranieri. Gli investitori stranieri se ne stanno alla larga per l’insopportabile carico fiscale, la variazione continua delle norme fiscali e la difficoltà di corretta interpretazione delle medesime.
    Quel che mi piace dell’articolo è la frase “…adottare una fiscalità che faccia concorrenza all’Olanda”, sarebbe auspicabile, farebbe ripartire i consumi interni, le aziende cesserebbero di chiudere o emigrare, arriverebbero investimenti dall’estero. Faccio un ipotesi: Iva con aliquote del 2-4-8% (come in Svizzera), una flat tax sui redditi al 10%, un imposta sulla sostanza (come in Svizzera) che sarebbe in pratica una patrimoniale (che sostituirebbe tutte quelle esistenti e l’imposta di successione). Il problema è l’abnorme spesa pubblica e il tempo che la riforma fiscale richiederebbe per dare risultati positivi al PIL, nel frattempo tutta una serie di parassiti (dipendenti pubblici, pensioni d’oro, baby e sociali, grosse aziende che ricevono contribuiti, ecc) piangerebbero miseria sostenuti da sindacati e qualche forza politica sinistrata, vanificando l’opera. Penso che l’unica soluzione sia trasformare tutte le Regioni in Statuto Speciale, mantenendo allo Stato solo alcune funzioni (che poi sono quelle per cui esiste…) esteri, difesa e basta. Ogni Regione è competente sulle leggi (potrebbe avere un diritto diverso), sulle tasse, sulla spesa, la Sanità, le pensioni, la scuola, la quota di debito pubblico, le banche, ecc. a quel punto il pensionato sociale, il dipendente ministeriale diverrebbe di competenza della sua Regione di provenienza che deciderebbe se e quanto pagarlo. Sarebbe un po’ difficile per i parassiti bloccare ogni regione e le regioni virtuose verrebbero ben presto imitate dalle altre e sopratutto sarebbe impossibile per i poteri finanziari o Bruxelles riuscire a imporre un governo di loro gradimento in ogni singola regione.

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