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Papa francesco e quel connubio tra dio e l’anti-dio tutto latinoamericano

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papa-francesco_h_partbdi GIAN LUIGI LOMBARDI CERRI

Premetto che sono un cattolico convinto, ma non un cattolico cieco. Quindi, mentre non discuto i principi della fede, mi rifiuto di accettare senza sollevare eccezioni interventi ecclesiastici riguardanti la politica. Se ho una infezione alla mano destra, non infetto anche la sinistra per pareggiare il dolore.

Eccomi quindi a criticare i discorsi papali e cardinalizi relativi ai migranti e mi oppongo all’introduzione in Italia di altra miseria oltre a quella già abbondantemente presente. Oltre tutto, quando ho chiare indicazioni di speculazioni fatte a mie spese riguardanti l’ospitalità di persone di cui solo una minima parte è in fuga da guerre. Guerre, tra l’altro costituite totalmente da ostilità tribali. Non mi si venga a dire che, a puro titolo di esempio non esaustivo, coloro che provengono dall’India , dal Bangladesh, dal Zimbabwe fuggono da una guerra. Ricordo tra l’altro che dall’Italia, in occasione dell’ultima guerra le persecuzioni razziali hanno fatto fuggire soltanto gli ebrei, sottoposti ad un rischio di vita immediato, mentre nessuno o quasi è fuggito per evitare massacri che ci sono piovuti sulla testa a causa di due regimi dittatoriali.

Torniamo al problema dell’immigrazione. Non è scritto da nessuna parte, Vangelo in testa, che un popolo debba affrontare sacrifici oltre misura per assistere un altro popolo non in fuga, ma in trasferimento , costituito prevalentemente da giovani ben pasciuti dotati perfino di telefonino e che si possono permettere di contestare cibo, mancanza di televisione ed altre simili “sciocchezzuole”.

Quando, durante la guerra, avevo fame ( e come me migliaia di altri) , fame autentica, ingoiavo avidamente la pasta ufficiale, nera e puzzolente e , in momenti ancora più tristi , ho mangiato radici e topi arrosto, benedicendo Dio che con  quei mezzi non mi faceva morire di fame. Per tacere della vita fatta dai poveri internati. Senza nessuno che sollevasse parole di sdegno per le condizioni in cui si era sottoposti. E di massacri ne abbiamo visti, massacri dovuti ai combattimenti, ai bombardamenti, alle vessazioni dei nazisti , dei fascisti ed eziandio dei comunisti che oggi fanno tanto gli sdegnati predicatori.

E proseguiamo con le “evacuazioni” dei filosofi, Dei filosofi ecclesiali. Il nostro attuale Papa Francesco, proviene dall’America Latina dove si è installato un connubio tra religione e marxismo, ossia tra Dio e l’antiDio. Forse a titolo sperimentale fatto però sulla pelle degli altri. Questo connubio è noto con il nome di Teologia della Liberazione (VEDI QUI).

La Teologia della liberazione (spesso abbreviata con TdL) è una riflessione teologica iniziata in America latina con la riunione del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM) di Medellín (Colombia) del 1968, dopo il Concilio vaticano II (a margine del quale fu concordato da alcune decine di padri conciliari – molti dei quali brasiliani e latino-americani – il cosiddetto Patto delle catacombe), che tende a porre in evidenza i valori di emancipazione sociale e politica presenti nel messaggio cristianoTra i protagonisti che iniziarono questa corrente di pensiero vi furono i sacerdoti Gustavo Gutiérrez (peruviano), Hélder Câmara, Leonardo Boff (brasiliani) e Camilo Torres Restrepo (colombiano). Alcuni cristiani PAPAcominciarono a utilizzare concetti marxisti nelle loro analisi sociali. Alcuni teologi, come Richard Shaull, missionario presbiteriano, pose la questione se la rivoluzione potesse avere un significato teologico cominciando, insieme con altri giovani protestanti, a discutere questi temi con sacerdoti domenicani e intellettuali cattolici.

A tale Teologia si sono opposti Papi come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI il quale ricorderà :«La prima grande sfida che affrontammo fu la Teologia della liberazione che si stava diffondendo in America Latina. Sia in Europa che in America del Nord era opinione comune che si trattasse di un sostegno ai poveri e dunque di una causa che si doveva approvare senz’altro. Ma era un errore». Benedetto XVI si è più volte pronunciato avverso anche all’invasione islamica suscitando proteste vivaci presso il clero sud americano e presso i filoislamici talchè viene perfino da dubitare che le sue improvvise quanto inopinate dimissioni non siano proprio dovute a… motivi di salute.

Siccome le opinioni sono belle ma rimangono solo opinioni, vediamo i risultati delle applicazioni sud americane di summenzionata teologia unita al marxismo.

Brasile: Nonostante le sue ricchezze nazionali il popolo è nella miseria più nera. Altrettanto dicasi del Venezuela nonostante la sua ricchezza in petrolio. Le altre nazioni ballano tra regimi fascisti e regimi comunisti con il risultato che i  popoli stanno molto male sotto tutti quei regimi, alla faccia del Teologia della Liberazione. E per compensare l’Europa, responsabile di niente nei loro confronti ci hanno refilato un Papa che si da fare per applicare le loro teorie, andando subito a Lampedusa per invitare gli africani a invaderci onde stare molto peggio tutti. Blaterando oltretutto che l’apporto della civiltà islamica “è per noi una ricchezza”.

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