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Tutte le favole del pd, che e’ finito davvero male

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di PONGO

Mentre scrivo queste righe Napolitano è stato rieletto presidente. Quando finirà il suo nuovo mandato avrà quasi 95 anni e Sandro Pertini al suo confronto era un ragazzino. Siamo un Paese veramente straordinario. Penso che l’Italia sia di fatto morta ma ci sforziamo di considerarla ancora un pochino viva, con qualche battito di cuore sporadico ma  gli occhi son chiusi, non respira, solo  lamenti. E all’interno di quest’ Italia deceduta, tra le poche piccole forze che potevano, forse,  far sperare in una ( illusoria) resurrezione c’era, si diceva,  il Pd dell’ultimo anno.

Giusto per non piangere più del necessario, proviamo a considerare il recente e presente Pd come se fosse una bella favola, quelle favole che forse ancora si raccontano ai bambini e che, con allegorie e metafore, raccontano con personaggi inventati ciò che accade veramente nella vita  più o meno di tutti ( casta dei politici esclusa). Il Pd, immaginiamo che sia una persona o meglio un personaggio che m’ha un po’ ricordato la favola dell’Oca d’Oro (da non confondere con quella della Gallina dalle uova d’oro).

Sicuramente questa favola non è tra le più conosciute e raccontate seppure gli autori ufficiali sono comunque  i fratelli Grimm. Brevemente, un vecchio padre  ha tre figli taglialegna, e già quest’inizio mi ricorda l’Italia politicamente parlando fino a un paio di mesi fa (ovvero il padre) con un figlio cioè il Pdl, un’altro  cioè il Pd e l’altro ancora che si sarebbe identificato a seconda delle votazione politiche (M 5 S ? Scelta Civica di Monti?).  Nella favola il figlio minore è il più sciocco ma  anche il più buono e generoso infatti a differenza degli altri due, ha dato da mangiare e da bere ad un povero vecchietto incontrato nel bosco. Il premio per lui è un’Oca d’Oro che gli permette di ottenere grandi prodigi, compresa la mano della Principessa, addirittura la figlia del Re! E il Pd, fino a due mesi fa, sembrava veramente nella condizione di possedere un’Oca d’Oro: da qualche anno, dal 2008, se ne stava un po’ in disparte e chi non fa, ovviamente non sbaglia mai. Mentre il centro-destra ne aveva combinate di tutti i colori, anche colori inimmaginabili e mai esistiti. Berlusconi inoltre era finito che peggio non si poteva, tra incapacità sue e del suo partito, dei suoi alleati, processi e condanne personali, messo da parte da tutti, compresa sua moglie, e sostituito nel governo da Monti. E questo per il Pd non è avere in mano un’Oca d’Oro? Assolutamente sì e inoltre con le sue Primarie aver riecceso il rapporto popolare tra sé ed  i suoi elettori ed anche con gli Italiani in genere . Ma questa è una enorme Oca d’Oro!!

Ma, povero Pd, nella favola straordinaria dell’Oca d’Oro, ci son stati, fuori programma, tragici inserti di altre fiabe,  con finali a sorpresa :

–  Bersani, che sarà anche una brava persona ma che non ne azzecca una, come fosse una Cenerentola  che non riesce a calzare la scarpetta di cristallo perché ha un piede numero 45 :  vince le primarie al posto di  Renzi (sciagura!), è incredibilmente, pur vincendole, il primo dei perdenti alle elezioni, si intestardisce a trattare col M 5 S a vuoto escludendo gli altri, per Presidente della Repubblica ha la sfiga di inventarsi prima Marini e poi Prodi.

–  Prodi, appunto come fosse un’altra Biancaneve, avvelenato dalla mela rossa delle votazioni che eran date per sicura vittoria. Proprio lui che seppure inoperoso da tempo è stato l’unico a battere in passato per due volte Berlusconi.

–  I franchi tiratori che non hanno votato Prodi bocciando di fatto Bersani ed il Pd e che sono stati, guarda caso che bell’altra favola, 101 come i cani dalmata.

– Rosy Bindi anche lei dimissionaria  e che rimane per sempre la Bella (?) Addormentata in mancanza di un Principe che la baci ( ma chi la bacerebbe?) diciamo metaforicamente nel senso che non riesce a dare  mai un lieto fine alla favola del suo partito.

Tutte queste altre favole  con finali terribili  si inseriscono nella storia del Pd-Oca d’Oro celebrandone  il funerale. Che accadrà ora al Pd?

Enrico Letta come il Gatto con gli stivali? Oppure Matteo Renzi come Pollicino? Ormai  possiamo dirlo, la favola più credibile è quella di Giorgio Napolitano, succeduto a se stesso. Ma  immaginate che nel 2020 come  Presidente sarà rieletto ancora Napolitano e nel 2027 Napolitano avrà per la quarta volta un nuovo mandato e nel 2034 ancora Giorgio Napolitano…

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1 COMMENT

  1. Caro Pongo,potevano candidare lei a presidente di questo stato delle banane con tutto il rispetto,magari ci divertiremmo un po’ di più anche se i comici non mancano.A parte gli scherzi,per l’ennesima volta i sinistri,sinistrorsi,ex sinistri si dimostrano dei veri incapaci,capaci solo ad accusare,condannare,dall’alto delle loro capacità intellettuali,di pragmaticità,di democrazia e via di questo passo.
    Nell’ultimo anno hanno fatto cadere in combutta con Napolitano un governo eletto democraticamente,hanno sostenuto senza averne diritto un governo che ci ha messo in ginocchio,si sono vantati insultando il Pdl che loro sceglievano i loro candidati con le primarie,che loro proponevano un Italia nuova,e i pecoroni gli hanno dato anche due euro a cranio per questo fallimento.
    Loro erano e sono per i giovani,infatti renzi se lo sono inchiappettato subito,e hanno portato avanti tutti i tromboni sia di sinistra che democristiani.
    Che fiducia dobbiamo avere di Napolitano,io nessuna ma scherziamo lui è complice di questo sfascio.

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