di MATTEO CORSINI
Dopo essere stato sottosegretario a palazzo Chigi ai tempi del governo Renzi, Tommaso Nannicini sta per andare a trascorrere un anno come visiting professor nientemeno che ad Harvard. Pensare che c’è chi si indebita pesantemente per studiare in quell’università mi fa riflettere ancora di più quando leggo notizie come questa.
Intervistato dal Sole 24Ore, in merito alle pensioni per i giovani, Nannicini afferma: “C’è sicuramente il tema dell’adeguamento delle pensioni dei più giovani, i lavoratori che andranno in pensione tra 20 o 30 anni. La prima leva resta quella di creare lavoro. La seconda è un sistema di integrazione al minimo che ora non c'è per il sistema contributivo. Ossia un assegno di garanzia modulato sugli anni di contributi versati, riconoscendo anche i periodi spesi nella formazione. Un meccanismo che, oltre ad andare nella direzione dell’equità sociale e intra-generazionale, è anche un incentivo a lavorare e a versare contribu
Il sistema pensionistico del mondo occidentale, lanciato e definito dal New Deal di Roosevelt, è basato sulla allucinazione che tutti gli uomini hanno il “diritto” (entitlement in inglese) a vivere con il denaro pubblico ad una certa età. Questo è indispensabile a sfasciare l’istituto della famiglia, il sogno del socialismo, perché rende non necessaria la solidarietà inter-generazionale nella famiglia trasferendo sullo stato l’onere del mantenimento dei vecchi. Il problema è che sfasciando la famiglia gli occidentali hanno smesso di fare figli e oggi lo stato non riesce più a tenere in piedi la baracca.
L’allucinazione comunque non vuole cedere e le nuove generazioni continuano a “credere” che qualcuno pagherà la loro pensione. Per questo si stanno inventando che gli immigrati gli pagheranno la pensione. Questo delirio non conosce alcun freno. Nulla sembra possa arrestare questa psicosi collettiva che si rifiuta di riconoscere la realtà.
Prima o poi lo stato italiano dovrà dichiarare fallimento. Chi lo farà? Cosa succederà?
Il nostro futuro è un buco nero.