di MATTEO CORSINI
Al ballottaggio del 19 novembre per l'elezione del nuovo presidente dell'Argentina ha vinto Javier Milei, deludendo le speranze di tutti coloro che fin dall'inizio lo hanno bollato come inadeguato e finanche pericoloso. Il tutto nonostante l'alternativa, il ministro dell'Economia uscente Sergio Massa, abbia dato (l'ennesima) prova sul campo di quanto disastrose siano le politiche ultrastataliste del peronismo argentino.
Va da sé che per coloro che con il peronismo hanno ottenuto piccoli o grandi benefici parassitari, peraltro con contropartita di debito o monetizzazione, sperassero di poter continuare a calciare avanti il barattolo, forse nell'illusione che fosse possibile sostituire la dipendenza dai prestiti del Fondo Monetario Internazionale con quelli della Cina e che questa fosse un creditore più "morbido" del FMI. Il che è del tutto inverosimile.
Riconoscendo la sconfitta, Massa ha subito detto che toccherà a Milei, ancor prima del suo insediament
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