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Pil italiano a picco, anche l’istat dice che non esiste la ripresa

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di REDAZIONE Conto alla rovescia per le stime del Pil nel secondo trimestre del 2014. Domani, mercoledì, alle 11, l'Istat diffonderà la stima preliminare del prodotto interno lordo italiano nel periodo tra aprile e giugno, un dato che potrebbe confermare non solo lo spettro dello stagnazione per il nostro paese, ma aprire anche all'eventualità che il governo debba ricorrere ad una manovra di aggiustamento dei conti. L'orizzonte e' oscuro: l'Istat, nella sua nota mensile diffusa il 31 luglio scorso, lascia intendere che un rimbalzo non e' una delle ipotesi più probabili, anzi. L'Istituto di statistica sottolinea senza mezzi termini che "il recupero della crescita economica si preannuncia più difficile di quanto prospettato". La nota mensile parla apertamente di segnali di "sostanziale stagnazione" che arrivano dalle famiglie e dalle imprese. L'economia italiana dunque, dopo il meno 0,1% del primo trimestre sembra destinata a contrarsi di nuovo o comunque a mostrare un segnale d
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3 COMMENTS

  1. Proprio come nel 2013, ad inizio anno si parlava di una crescita del PIL del +1,2%, poi via via previsioni sempre più negative e siamo finiti a -1,9%. Idem quest’anno, si è partiti con una previsione di PIL a +1,1%, oggi non si capisce bene ma siamo al + 0,3/0,5%, di certo finiremo a fine anno con un PIL a -1,0% e oltre. Ma la cosa più grave è quella che hanno inserito due nuove voci nel calcolo del PIL ( commercio droga e prostituzione) che fanno circa il 2,0% di PIL. Se non ci fossero tali nuove voci saremmo verosimilmente ad un -3,0 % circa di calo del PIL. SEMPLICEMENTE TRAGICO. Abbiamo la ripresa in retromarcia, sul ciglio del precipizio, con il retrovisore rotto e il conducente ubriaco/drogato……di parole.

  2. Non che ci volesse l’Istat per saperlo e non che ci volesse una scienza per prevederlo.
    La crescita economica ci può essere solo a queste condizioni e a patto che esistano tutte contemporaneamente:
    1) privati con capacità di spesa e risparmio
    2) aziende con capacità di investire
    3) credito a privati ed aziende.
    Dall’introduzione dell’Euro i salari privati sono rimasti fermi, in compenso prezzi e tasse sono sempre aumentati. A poco poco si è erosa la capacità di risparmio e poi quella di consumo. Con il crollo dei consumi le aziende sono entrate in crisi, con la crisi delle aziende e la necessità di acquistare titoli di Stato un tempo detenuti da banche estere, le banche italiane hanno smesso di fare credito.
    Come si vede solo un mix di aumento dei salari netti, diminuzione dei prezzi, diminuzione della tassazione, credito può far ripartire l’economia. Non basta, c’è la concorrenza estera. Per quella occorre anche cambiare la legge sul lavoro, semplificare leggi e burocrazia, avere infrastrutture e servizi pubblici ai medesimi livelli.
    Come si vede tra tagli di spesa pubblica, fallimenti di banche (a causa del default sul debito pubblico), cambiamento di voci di spesa pubblica la cosa è praticamente impossibile.
    L’unica soluzione è andarcene (indipendenza) o farci trascinare a fondo dagli italiani.

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