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Renzi e berlusconi, chi si somiglia si piglia. e chissenefrega del resto

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di FABRIZIO DAL COL

berlurenziDopo aver imposto nuovi sacrifici agli italiani, e prima ancora di dimostrare la volontà di voler almeno tagliare una cospicua parte degli 850 mld di spesa pubblica annua, Renzi ha preferito risolvere la questione a modo suo: ha sostenuto che la figura del commissario alla spending review non era più necessaria e che avrebbe comunque portato avanti il programma dei tagli, glissando però sulle eventuali dimissioni di Carlo Cottarelli dal suo incarico.

Renzi é veloce, corre, non c’è nemmeno il tempo di rilassarsi che le sorprese del governo prendono sempre in contropiede chiunque, ma finite le vacanze, anche la corsa del premier sarà inevitabile destinata ad arrestarsi. Infatti, nonostante Renzi sia il presidente del consiglio d’Europa di questo semestre, la Troika, ovvero quella triade di istituzioni internazionali che ha già messo in ginocchio la Grecia, sta già pensando di accelerare le sue richieste in attesa di vedere che le riforme del governo italiano siano arrivate a termine. Provvedimenti, quelli della Troika, che fino ad oggi il governo italiano non ha ancora provveduto ad approvare, e che in parte, risalgono al periodo 2011 quando ancora il presidente del consiglio italiano era il suo alleato di oggi Silvio Berlusconi.

Ma il premier che fa ? Lui pensa alle riforme, ovvero a quel concentrato di norme astruse e filo burocratiche, che nulla hanno a che vedere con la parola riforme, ma che nella realtà sono volte solo a cambiare tutto per non cambiare nulla. Rendendosi però conto di non poterle onorare, così come è accaduto con la cancellazione delle province nei primi 100 giorni di governo, è passato alla promessa di approvarle nei mille giorni, ovvero alla fine del suo mandato. Ecco allora il motivo per cui “l’illuminato” fiorentino continua a correre, ha promesso e scommesso di tutto, e ha convinto gli italiani che il suo governo avrebbe rivoluzionato l’Italia nei tempi prefissati, e se ciò non si fosse avverato, non avrebbe esitato a dimettersi.

In sostanza Renzi non sa già più che pesci pigliare, e come faceva il suo illustre alleato di oggi Berlusconi, un giorno si e l’altro pure pontifica sul fatto che vogliono bloccargli le riforme. Il tempo passa, ma Renzi continua a correre, e ogni giorno è costretto ad inventarsi una pseudo riforma per far dimenticare agli italiani quelle già fallite. Nel frattempo, i cittadini sono sempre più preoccupati e in difficoltà, e già oggi cominciano a chiedersi perché si perda tempo prezioso su riforme che non sono la priorità per il Paese, e soprattutto come mai non rientrino tra quelle che la Ue ha più volte fatto capire di voler vedere approvate. Ma Renzi continua a correre, e lavora a trasformare le riforme mancate in una vera e propria propaganda, finalizzata a trasformarsi in spot elettorali, che già sarebbero pronti e utili, nel qual caso si presentasse l’ipotesi di dover tornare al voto anticipatamente.

Insomma, l’Italia si trova nel bel mezzo di una situazione economica triste, per non dire addirittura catastrofica, con tutti gli indicatori economici che continuano ad essere negativi, e dai quali sembra che ora sia impossibile uscirne senza un drastico intervento di congelamento del debito pubblico. Chi non si ricorda della lettera della commissione europea inviata l’11 agosto 2011 all’ex premier Silvio Berlusconi ? Chi ha letto quella lettera, non può non ricordarsi che la richiesta della Commissione era quella di mettere in atto un taglio consistente dei dipendenti pubblici. Ma se il patto del Nazareno è così forte da non far temere l’intervento della Troika, allora si può anche credere che i giochi siano già stati fatti prima e alla faccia di chi continua a pensare che il parlamento sia sovrano.

Sembra strano, ma Renzi e Berlusconi si somigliano, anzi, hanno in comune parecchie cose, e alcune su tutte: la riluttanza a sopportare le regole, la voglia decidere a tutti i costi, la disponibilità a dialogare a condizione di non avere il dialogo, ma soprattutto vogliono governare in solitudine e senza dover rispettare alcunché. In sostanza, si somigliano eccome, e sono anche accomunati dallo stesso delirio di onnipotenza.

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2 COMMENTS

  1. Daniel Gros, economista tedesco, da mesi dice che il problema italiano è la spesa pubblica.
    Praticamente la Troika, tanto vituperata per le vicende greche, da anni ci dice: tagliare la spesa pubblica, diminuire la tassazione sul lavoro, tagliare la spesa per la previdenza.
    La cosa equivale a licenziare molti dipendenti pubblici (almeno 1 milione sono di troppo) e tagliare le pensioni non in modo generalizzato, ma quelle “regalate”, babypensioni, pensioni d’oro, pensioni sociali.
    Praticamente di andrebbero a toccare 6/7 milioni di persone. Considerate che Renzi tronfio del suo 40% di voti è stato votati da 8 milioni ( 40% del 50% di persone andate a votare su 40 milioni di aventi diritto). Da anni praticamente Berlusconi, Monti, Letta e Renzi evitano accuratamente di toccare gli interessi di alcuni elettori e massacrano l’economia di tasse. Nessuno farà quel che è giusto perché praticamente avrebbe la certezza di veder scomparire il suo partito. Hanno così paura dell’arrivo della Troika che continuano ad inventarsi dati fasulli o finte riforme (Senato,ecc) per tenere buona l’Europa. Come ci hanno imposto Monti ci imporranno qualcun altro. Renzi se ne andrà, avremo un governo tecnico, arriverà la troika ed inizieranno le danze.

  2. Mi ripeto.
    Il governo di renzi non arriva a Natale.
    Egli crede di poter contare su una maggioranza che non c’è.

    Io sono certo che la gente preferirebbe andare a votare.

    Eppoi, se nel mondo capita qualcosa di serio , un qualche fatto finanziario grave, o anche un qualche atto terroristico eclatante, si può innescare un effetto domino totale.

    L’italia vive senza rete.
    Un trapezista senza rete.
    Volteggi, acrobazie, tutto apparentemente a posto.
    Apparentemente.

    Prima o poi si stanca e cade.
    Prima o poi si rompe qualcosa e cade.

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