di MARK TWAIN*
Erano tempi colmi di un’eccitazione grande ed esaltante. Il paese era in armi, la guerra era in corso, dentro ogni petto bruciava il fuoco sacro del patriottismo; rullavano i tamburi, suonavano le bande, schioccavano le pistole giocattolo, i mortaretti sibilavano e crepitavano; sotto una distesa di tetti e terrazze, mille mani facevano fluttuare una foresta di bandiere che brillavano sotto il sole; ogni giorno i giovani volontari marciavano giù per l’ampio viale allegri e eleganti nelle loro nuove uniformi, e fieri padri e madri e sorelle e fidanzate salutavano il loro passaggio con voci strozzate da felici emozioni; ogni sera i fedeli nella chiesa stracolma ascoltavano, ansanti, l’oratoria patriottica che scuoteva le profondità più profonde dei loro cuori e che loro spesso interrompevano con cicloni d’applausi, le lacrime che correvano giù per le guance; nelle chiese i pastori predicavano devozione alla bandiera e al paese e invocavano il Dio delle Ba