di LEONARDO FACCO
Il libro non l'ho letto, ma probabilmente non lo leggerò, dato che han deciso di parlarne, in pompa magna, tutti i giornali filo-comunisti e "squisitamente" democratici (dogma di matrice sovietica) dell'universo italiano della Stampa igienica, ovvero quelle testate per cui il diritto all'autodeterminazione vale solo per palestinesi ed affini.
Stiamo parlando di un romanzo, distopico, in buona parte ironico intitolato "Furland" e pubblicato da Chiarelettere, casa editrice filogrillina, filosinistra, filoFattoquotidiano. L'autore è un friulano, si chiama Tullio Avoledo, e non pare sia conosciuto per essere un genuino difensore delle libertà individuali. Leggendo qua e là, si scopre che la storia è ambientata in Friuli, o meglio, in una delle diverse “Attrazioni” di un settore del Friuli, la Kosakeland ’44. Ma non non è ambientata nel 1944 la storia, bensì in un’era post-secessionista, dato che il Friuli avrebbe trovato la sua indipendenza nel 2023.
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