di PAOLO L. BERNARDINI
Quando, un giorno, forse presto, guarderemo all’incubo del virus come a qualcosa del passato, ci dovremo tuttavia porre tante domande. Virus vuol dire veleno: appartiene alla natura, ad una natura che seppur non “facit saltus”, pure s’evolve, pian piano, e dà vita, per dir così, con un giuoco di parole, a nuove forme di vita. Che poi l’uomo possa creare “virus”, non v’è dubbio. Un giovane filosofo marxista italiano, Diego Fusaro, sostiene che vi sia la possibilità (non la probabilità, ma soltanto la possibilità) che il virus corona sia stato immesso dagli USA nei paesi per ragioni diverse “ostili” all’America – l’Iran, la Cina, e l’Italia (in quanto ha stretto rapporti commerciali con la Cina di recente, la famosa “Nuova via della seta”). Devo dire che trovo Fusaro molto gradevole, sia per il dominio (esibito di continuo, ma perché non farlo, perché vergognarsi di parlare bene una lingua splendida?) della lingua italiana
Buonasera. Io ho paura. E’ una situazione irreale. Mi sembra di vivere in un incubo. Non credo al coronavirus. Ma ammesso e non concesso che si tratti davvero di coronavirus, non è questo il modo di affrontare l’emergenza. Fare chiudere tutto il mondo non è la cosa giusta da fare. La gente deve lavorare per vivere. Hanno sicuramente in mente qualcosa. Qualcosa di brutto.
Sì stanno prefigurando un incubo, al netto della pericolosità del virus, diventato letale solo in un paese di cialtroni come l’Italia