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Le riforme? nelle mani di chi ha sfasciato il paese

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di FABRIZIO DAL COL

riformeSembra incredibile, ma a guardare più da vicino la realtà politica italiana, si scoprono i veri motivi per cui si fanno le alleanze politiche. É sufficiente vedere come si riesca ad inglobare in una coalizione un micro-partito dallo zero virgola di consenso, per garantirsi poi una probabile vittoria alle elezioni. É incredibile? No, non lo è affatto, anzi è normale prassi che i partiti riescano ancora a fare accordi con chiunque sia in grado di garantire un voto in più ad una coalizione, perché così potrebbero mettere una seria ipoteca sulla vittoria delle elezioni.

Ma quale sarebbe allora quella proposta che nessun micro partito potrebbe mai rifiutare ? E quale sarebbe la convenienza ? La risposta è facile : 1) si garantiscono delle riforme inutili agli italiani,  ma che siano legislativamente inapplicabili per i micro partitini della coalizione. 2) Si procede con una eccellente propaganda elettorale infarcita di promesse irrealizzabili, ovvero quel giusto necessario per non correre il rischio di perdere le elezioni. 3) Si garantiscono le certezze matematiche a garanzia della salvezza politica ad ogni micro partito che faccia parte della suddetta coalizione. 4) Si condisce il tutto con un bel bonus che scatta in base ai voti che questi micro partiti portano nella coalizione. Un bonus, che ovviamente dovrà avere quella sostanza finanziaria capace di garantire la salvezza politica del micro partitino. Ecco, la ricetta è finita, così per “il bene del Paese”, ben sapendo di turlupinare gli italiani, si presentano alle elezioni con le false promesse e le finte riforme, e così facendo non devono nemmeno più preoccuparsi di quei cambiamenti che potrebbero essere si utili agli italiani ma nuocere a loro stessi.

L’esempio più eclatante degli ultimi vent’anni, arriva però dal governo Renzi al quale partecipa si il partito di Vendola, ma al suo interno partecipa, con incarichi di ministro, anche l’NCD di Alfano di centro destra. Nato dalla volontà di un settore del fu Pdl, per permettere a Berlusconi di rifondare Forza Italia, l’NCD è un cavallo di troia infilato nel governo dall’ex pdl, che avrà però in cambio la possibilità di far tornare in Forza Italia quando si presenterà il momento buono. Quindi chi sostiene che Berlusconi è politicamente out, in realtà non ha ancora fatto bene i conti, e chi invece pensa che Renzi riesca a fare le riforme, non ha la più pallida idea di cosa siano invece le vere riforme.

Vediamone allora alcune in una stretta sintesi : la legge elettorale non è affatto una vera riforma e lo dimostra il fatto che cambia ogni qualvolta che si vota. L’eliminazione delle province non è una riforma, e prova ne è, che e le provincie sono ancora lì e il governo ormai non la cita più. La riforma scolastica non è una riforma, anzi è un groviglio infinito di norme che ormai più nessuno osa toccare, anzi, si preferisce lasciare tutto in mano alle riorganizzazioni. I tagli alla spesa pubblica, o se preferite la spending review, non è una riforma, ma una volontà politica di voler risparmiare attraverso il Def.

Quindi, tutti i giorni, Renzi è impegnato a parlare di riforme rivoluzionarie, ben sapendo però, che di rivoluzionario non hanno un fico secco, ma che diventano invece utili per continuare a far credere che l’Italia verrà cambiata.

Ora vediamo invece alcune vere riforme : la riforma della forma dello Stato è una vera riforma, ma ormai lor signori spacciano per riforma la forma del governo, che invece è una leggina che fa a capo alla legge elettorale. La modifica costituzionale sull’unitarietà dello Stato, è la madre di tutte le riforme, ed è quella vera rivoluzione che cambierebbe veramente l’Italia permettendo addirittura di dimezzare i costi dello Stato unitario Italiano, facendolo altresì diventare un moderno Stato federale, come ormai lo sono la maggioranza di quelli europei. Infine, la federazione tra regioni libere e indipendenti, che possano trasformarsi in una realtà cantonale capace di legiferare e imporre i tributi in casa propria, ma anche necessarie a sostenere la nascita del moderno Stato federale. Vi pare che la politica italiana che conosciamo sia in grado di fare queste riforme ? Questa sistema di potere non riformerà mai se stesso, ragion per cui, oggi diventa necessario prenderne atto, e prima che succeda l’irreparabile, è necessario procedere velocemente alla costituzione di una nuova assemblea costituente.

Queste, in sintesi, sarebbero riforme rivoluzionare degne di tale nome, mentre invece, c’è ancora chi va in giro per l’Europa a spacciare per riforme dei pateracchi che fanno ridere i polli.

 

 

 

 

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1 COMMENT

  1. Su questo argomento ha ragione Grillo: non si possono far fare le riforme a chi ha causato il disastro. Il disastro economico italiano, e di riflesso padano, visto lo stato d’occupazione, è nato negli anni ottanta. Da allora la spesa pubblica è sempre cresciuta, più della crescita del Pil (1 dipendente pubblico ogni 17 abitanti, in Svizzera 1 ogni 60), per finanziare la spesa pubblica si sono sempre aumentate le tasse ed il debito, il che significa maggiori spese future per gli interessi. Con l’Euro la mazzata finale: prezzi raddoppiati ma salari privati fermi, logico che si sarebbe ben presto arrivati ad annullare il risparmio privato prima ed i consumi e gli investimenti poi.
    Il problema è ben noto, dagli anni novanta si parla di passaggio al sistema contributivo per le pensioni, il blocco del turn over nel pubblico impiego, al default del debito pubblico, ma qualunque misura non è stata adottata o adottatan blandamente per diversi motivi, nel frattempo la spesa pubblica è raddoppiata. Il primo è per non togliere potere ai politici, il secondo elettorale perché vorrebbe dire licenziare milioni di dipendenti pubblici con lavori “finti”, in gran parte meridionali, oppure togliere o diminuire la pensione ai falsi pensionati (babypensioni, pensioni d’oro, pensioni pubbliche, pensioni sociali, false pensioni d’invalidità) anch’essi in gran parte meridionali. Infine per la sciocchezza di seguire dottrine keynesiane, già fallite negli anni settanta, che impongono aumento di spesa pubblica finanziata con tassazione oppure l’incompetenza del pensare che la crisi sarebbe stata momentanea e quindi si sarebbe risolta da sola in breve tempo, ecco perché si continua a parlare di ripresa nel prossimo anno (da almeno vent’anni) e nessun provvedimento volto a ristrutturare la spesa pubblica viene mai preso. Berlusconi negava la crisi e parlava solo di giustizia, Renzi parlava solo di Italicum e Senato. Ad agosto la notizia che tutti i paesi europei, Spagna e Grecia inclusi eraqno in crescita, meno l’Italia che era in recessione ha costretto Renzi ad aprire gli occhi: la crisi italiana non ha cause esterne ma solo interne ed è strutturale. Ed eccolo li tornare precipitosamente a parlare di economia, anche per allontanare lo sfratto già pronto da parte dei “poteri forti”.
    In ogni caso nessuna riforma è possibile, tanto per capirci nulla è possibile senza licenziare almeno 1 milione di dipendenti pubblici e ridurre lo stipendio ad altri ed eliminare o ridurre la pensione a qualche milione di persone in gran parte meridionali. L’Ncd che ha feudo in Calabria e Sicilia si opporrebbe oppure se ne avvantagerebbe, in ogni caso chi ha causato il disastro non può e non deve essere la soluzione o essere chiamato a risolvere i problemi.

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