di LEONARDO FACCO
Ve lo dico d’acchito e con estrema chiarezza: non stimo Sallusti, né come persona, tantomeno come giornalista. Il fatto, poi, che sia la reincarnazione di D'Annunzio è financo inquietante. L’ultima volta che l’ho incrociato – la prima fu nell’anno 2000, quando ancora era in carriera – è stato durante una trasmissione a La7 la scorsa primavera, in cui non ci siamo scambiati né fiori nè complimenti reciproci, anzi.
Ciononostante, la vicenda surreale in cui è coinvolto il direttore de “il Giornale” è esemplare per chi ha a cuore la libertà d’informazione, di stampa e di parola. Il fatto innanzitutto, per chi non lo conoscesse: dopo un articolo firmato con lo pseudonimo Dreyfuss pubblicato tempo fa su ‘Libero’, un articolo pesantissimo contro il tribunale di Torino (non contro il giudice specifico che ha emesso la sentenza), che aveva dato parere positivo per fare abortire una tredicenne poi finita in manicomio, Sallusti rischia oggi di
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