di LEONARDO FACCO
Una sceneggiata perenne quella leghista. Dopo che, 5 giorni fa, Matteo Salvini ha dichiarato che "vuole togliere il Nord dal nome della Lega", le cariatidi per antonomasia del partito hanno cominciato a sbuffare e alzare il l'indice contro il segretario. Il primo è stato il vecchio "padre-padrone" del fu-Carroccio, colui che più di ogni altro è la causa della morte del progetto indipendentista padano: "Se davvero è questa la strada che vuole prendere, meglio non perda tempo - ha dichiarato il Senatur - Eppure «Noi con Salvini» alle amministrative di giugno ha preso pochi voti, dal 2,7% di Roma all'1,9 di Caserta passando per lo 0,8% di Olbia e lo 0,2 di Crotone". Da che pulpito! Quelli presi da "Noi con Salvini" corripsondono, più o meno, ai voti che prese quella "Lega Italia Federale" che, ad inizio Anni Novanta, Bossi volle con tutte le sue forze per sbarcare al Sud. Un fiasco assoluto!
A far da contro canto a Bossi, però, c'è anche Roberto
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