di REDAZIONE
Un paio di mesi fa, precisamente il 18 settembre scorso, la Scozia decideva la propria sorte. Il referendum in merito alla secessione dalla Madre Patria ebbe l’annunciato esito negativo (55% i contrari, 45% i favorevoli). Adesso Edimburgo attende le riforme devolutive ripetutamente promesse da David Cameron per scongiurare l’agognata separazione.
Qualche mese prima invece l’opinione pubblica internazionale attendeva, con una preoccupazione assai maggiore e non sempre giustificata, l’esito del referendum di annessione della Repubblica indipendente di Crimea alla Federazione Russa: l’esito risultò ampiamente positivo.
I due episodi, formalmente accomunabili per il ricorso alla volontà popolare, mostrano sensibili e sostanziali dissonanze sotto diversi profili.
L’Ucraina è da sempre considerata, per la sua posizione geografica, “Terra di confine” e quindi “di spartizione”. Crocevia di popolazioni russofone ed europee: solo con la Costit