di MAURO AURIGI
Una corda che scende dall’alto, tenuta per un capo da una solenne figura femminile rappresentante la Giustizia, passa per la mano di un’altra figura femminile assisa, la Concordia, raggiungendo una lunga doppia fila di cittadini che, in piedi, la tengono nelle loro mani. I cittadini sono rigorosamente raffigurati tutti della stessa altezza a simboleggiare che in una società di eguali nessuno deve essere “più uguale” degli altri. Ad ogni buon conto la Concordiatiene sulle sue ginocchia un’enorme, minacciosa pialla da falegname con la quale provvedere a ricostituire prontamente la condizione di aequalitas se uno o più cittadini avessero osato sollevare la propria testa sopra a quella degli altri.
Siamo nella Sala del Governo (o della Pace) del Palazzo Comunale di Siena dove nelle prime decadi del Trecento la Repubblica, una volta esclusa la nobiltà dalla politica (gli aristocratici non potevano eleggere né essere eletti) volle che uno dei suoi più gr
Grazie Mauro, tedoforo di libertà