di MATTEO CORSINI
Nonostante i conti siano destinati a non tornare, rendendo necessaria una manovra correttiva, da parte dei due capi di fatto del governo e del loro sottobosco politico continuano ad arrivare tanto smentite sulla manovra correttiva quanto promesse di nuove riduzioni di tasse.
Per esempio il leghista Armando Siri, sottosegretario alle Infrastrutture con il pallino delle riforme fiscali, rilancia in un’intervista al Sole 24Ore una riduzione dell’Ires e dell’Irpef che costerebbe una ventina di miliardi. Conto che andrebbe ad aggiungersi ai circa 30 che sono a oggi la base di partenza per tamponare i buchi almeno per il 2020.
Scontata la domanda in merito alle coperture. Ed ecco Siri:
“Abbiamo due opportunità: innanzitutto dobbiamo puntare sul taglio degli sprechi. Ma poi dobbiamo ricorrere a una maggiore flessibilità che metteremo sul piatto per avere una reale ripresa”.
Ben vengano i tagli agli sprechi, peraltro annunciati in tutte le stagion
Non ha neppure il coraggio di dire le parole esatte.
No flessibilità, ma spesa in deficit.
E subito dopo informare che la spesa in deficit si aggiunge al debito esistente.
Delinquenti, incapaci e vigliacchi.
Falsi ed ipocriti fino al midollo.