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Sovranita’ monetaria, l’ultima invenzione dei keynesiani

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monete variedi GARY NORTH

Una delle frasi più perverse che possiamo sentire oggi tra i conservatori ed i sostenitori del libero mercato, è questa: “sovranità monetaria”. Ogni volta che leggete o sentite le parole “sovranità monetaria”, pensate al “Federal Reserve System”. Oggi qualsiasi difesa della sovranità monetaria, è una difesa del Federal Reserve System e di un sistema monetario fiat gestito dal governo federale: biglietti verdi. E’ sia Janet Yellen sia Ellen Brown. In entrambi i casi, è keynesismo.

Non vedo alcuna ragione per sostenere la sovranità monetaria, a meno che non siate molto precisi e dite che la sovranità monetaria significa sovranità esclusiva del libero mercato, il che significa niente licenze statali per le banche, locali, statali, nazionali o internazionali. Questo non è ciò che la maggior parte delle persone intende con sovranità monetaria, né è ciò che la maggior parte delle persone capisce quando ascolta le parole “sovranità monetaria”.

NIENTE SOVRANITA’ MONETARIA IN MANO ALLO STATO

C’è stato un tempo, nella storia di questa nazione, in cui non esisteva alcuna sovranità monetaria. Questo era prima della Rivoluzione Americana. Sotto il monopolio della Banca d’Inghilterra, i governi coloniali non erano autorizzati a rilasciare le proprie valute fiat. Benjamin Franklin fu un grande promotore del denaro fiat, ma non fu mai in grado di veder realizzato il suo piano, perché l’Impero Britannico non concedeva questa sovranità ai governi coloniali. Questo era un vantaggio enorme per le persone che vivevano sotto il dominio britannico in Nord America. Nessun governo statale poteva costringerle ad adottare denaro di carta. Non esisteva il corso legale nelle colonie britanniche.

Il sistema monetario era completamente nelle mani delle piccole banche locali e del governo della Spagna. La valuta principale in Nord America era il dollaro d’argento spagnolo. L’articolo di Wikipedia è molto buono, e lo consiglio. Abbiamo dimenticato che cosa fosse la libertà monetaria.

Il real da 8 (noto anche come pezzo da otto o dollaro spagnolo; in spagnolo real de a ocho, peso de ocho o dólar español; in inglese eight real coin, piece of eight o Spanish dollar) è una moneta d’argento, dal valore di otto real, che fu coniata nell’Impero spagnolo dopo una riforma della monetazione nel 1497. Ebbe corso legale negli Stati Uniti fino all’emissione dell’Act del Congresso che abolì la pratica nel 1857. A causa dell’ampia diffusione in Europa, nelle Americhe e nell’Estremo Oriente, divenne la prima moneta mondiale verso la fine del XVIII secolo. Molte monete in circolazione, come dollaro canadese, dollaro statunitense e lo yuan cinese, come la maggior parte delle monete dell’America Latina e il peso filippino erano inizialmente basati sulle monete da 8 real.

Il termine peso era usato in spagnolo per indicare questa moneta e divenne la base per molte delle monete delle ex-colonie spagnole, tra cui i peso di Argentina, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Repubblica Domenicana, Ecuador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Paraguay, Filippine, Porto Rico, San Salvador, Uruguay e Venezuela.

dollaroApprendiamo anche questo: “Il Coniage Act del 1792 creò la Zecca degli Stati Uniti, ma i primi dollari non erano così popolari come i dollari spagnoli, i quali erano più pesanti ed erano fatti di argento più fine.”

In altre parole, la base economica di questa nazione si fondava principalmente su una valuta estera. Non c’è stata sovranità monetaria in Nord America fino a quando il Congresso non iniziò a stampare moneta nel 1777, cosa che portò alla prima ed unica iperinflazione nella storia americana. Quando il Congresso affermò la sovranità monetaria nel 1777, fu il passo preliminare per distruggere il sistema monetario. Era il classico esempio di sovranità monetaria federale.

Subito dopo la seconda ratificazione della Costituzione — la prima venne ratificata nel 1781 — Alexander Hamilton promosse la Banca degli Stati Uniti come banca centrale controllata a livello nazionale. Questo fu il secondo grande esperimento di sovranità monetaria nella storia degli Stati Uniti. Il primo fu il sistema monetario fiat della rivoluzione. Durò 20 anni: 1791-1811. Nel 1811 non venne rinnovato l’atto costitutivo. Nel 1816 iniziò il terzo esperimento: la Seconda Banca degli Stati Uniti, che durò fino al 1836 quando il presidente Jackson terminò la sovranità monetaria delegata ad un’organizzazione bancaria privata. Questa grande lotta politica ebbe luogo nel 1832, e Jackson sconfisse le forze di Henry Clay quando pose il veto sul rinnovo dell’atto costitutivo della Seconda Banca degli Stati Uniti. Quindi non esistette sovranità monetaria fino al 1913, quando un immigrato tedesco di nome Paul Warburg si alleò con le forze dei Morgan e dei Rockefeller per promuovere l’atto costitutivo della Federal Reserve. Fu il più grande periodo di crescita economica nella storia americana. Fu il periodo di maggiore libertà economica nella storia. Il cuore, la mente e l’anima di quella libertà erano legate a questo fatto centrale:non vi era alcuna sovranità monetaria nazionale negli Stati Uniti. C’erano le banche. Non esisteva alcuna banca centrale. C’erano monete d’oro e d’argento emesse dalla zecca, ma potevano essere usate anche altre monete.

Questa era l’epoca del gold standard internazionale. Non esisteva sovranità monetaria internazionale.

Esisteva sovranità monetaria statale, la quale fu un errore enorme. Se non fosse esistita alcuna sovranità monetaria statale, allora avremmo avuto una vera moneta di libero mercato, che è ciò che Ludwig von Mises raccomandò nel suo libro, La Teoria della Moneta e del Credito. Il suo grande avversario fu Irving Fisher, economista di Yale, che invece promuoveva una moneta nazionale fiat. Fisher era un grande difensore del settore bancario centrale. Vinse il dibattito, ma non riuscì mai a raggiungere il suo obiettivo: riserva al 100% per le banche commerciali. Era l’imbonitore accademico di Warburg, dei Rockefeller e dei Morgan.

Nel 1913, verso la fine del mese di dicembre, gli Stati Uniti ingoiarono forzatamente la sovranità monetaria federale: il Federal Reserve System. Gli americani non hanno mai più avuto libertà nel campo monetario. Il motivo è chiaro: la sovranità monetaria federale.

INTERNAZIONALISMO MONETARIO

Il gold standard è rimasto internazionale fino alla fine del XIX secolo. Non era controllato dai governi nazionali. Incorporava la sovranità monetaria, ed è per questo che era odiato da tutti i difensori del denaro fiat. Viene ancora odiato. I difensori del denaro fiat cercano la sovranità monetaria nazionale e disprezzano quella internazionale: il gold standard. Lo considerano come un freno alla manipolazione keynesiana dell’economia. Hanno ragione. Ecco perché Nixon abolì le sue ultime tracce il 15 Agosto 1971. Lo aveva annunciato il 4 gennaio 1971: “Ora sono un keynesiano.” Potete scommetterci che lo fosse — soprattutto negli affari monetari. Lo dimostrò il 15 agosto.

Oggi assistiamo ad una versione fiat money dell’internazionalismo monetario. Si sta cercando di convertire la sovranità della banca centrale nella sovranità internazionale della banca centrale. Ci sono banchieri centrali che vogliono un cartello internazionale paragonabile a quello nazionale, il quale è rappresentato dal Federal Reserve System. Ci sono 7,000 banche commerciali negli Stati Uniti, ed i pianificatori monetari centrali preferirebbero il modello canadese, che porterebbe il numero delle banche a circa una dozzina, con il conseguente predominio delle quattro o cinque più importanti. Questo può essere fatto solo con la sovranità monetaria federale.

E’ iniziato con la sovranità monetaria statale. E’ continuato con la sovranità monetaria federale. Ora, si suppone, si concluderà con la sovranità monetaria internazionale. Ogni passo è peggiore di quello precedente.

La soluzione, teoricamente e moralmente, alla sovranità monetaria è il free banking. Questo è ciò che Mises raccomandò nel 1912. Ciò significa che i banchieri, i quali non si fidano l’uno dell’altro, ricoprono il ruolo di agenti economici della popolazione. I banchieri generano corse agli sportelli delle altre banche richiedendo il rimborso, in monete d’argento o d’oro, di quelle ricevute di deposito emesse da altre banche commerciali.

I CARTELLI BANCARI

banche falliteFintanto che le grandi banche non possono costituire un cartello a livello statale, che è quello che cercano sempre di fare, la sovranità monetaria viene conservata nel libero mercato, non nello stato. I banchieri commerciali vogliono sempre la sovranità monetaria statale, perché non vogliono corse agli sportelli nei confronti delle grandi quantità di ricevute di deposito che in realtà non possiedono nei loro caveau. Vogliono un cartello autorizzato dallo stato per proteggersi dagli altri banchieri. In primo luogo, c’è lo stato che autorizza le banche ad operare. In secondo luogo, subentra la licenza federale. In terzo luogo, c’è un trasferimento di sovranità monetaria federale ad una banca centrale privata, che viene creata per proteggere le grandi banche commerciali. Infine, c’è il tentativo di trasferire la sovranità monetaria ad un cartello bancario internazionale.

Il problema con tutte queste sciocchezze è il concetto di sovranità statale sul denaro. Non c’è nulla nell’etica o nella teoria economica che possa giustificare la sovranità monetaria statale. L’autorizzazione statale è sempre il tentativo dei banchieri commerciali, che cercano di formare un cartello, di tenere fuori i vari concorrenti e di stabilire tassi di rendimento superiori a quelli di mercato per coloro all’interno del cartello bancario. I banchieri commerciali difendono sempre la sovranità monetaria statale perché vogliono tenere fuori i nuovi concorrenti, ed usano lo stato per ottenere un oligopolio sulla popolazione.

Più e più e più volte vediamo che i conservatori, nonostante le buone intenzioni, si ritrovano a promuovere questo sistema di intervento statale negli affari monetari. Questa è una richiesta di keynesismo pura e semplice. Significa contraffazione della banca centrale — fiat money — per comprare il debito del governo federale, il quale va in deficit per cercare di controllare l’economia. Questa pratica viene difesa come una sorta di diritto naturale del governo civile. Non esiste un diritto simile. Si tratta semplicemente di una intrusione dello stato nel libero mercato, sempre in nome del consumatore e sempre gestita dai banchieri commerciali (soprattutto dai grandi banchieri commerciali che tentano di stabilire un cartello per se stessi e che usano l’intervento dello stato per mantenere fuori i concorrenti).

Questa situazione è andata avanti per così tanto tempo che oggi è stata metabolizzata ed inglobata nel pensiero della popolazione, la quale non appena sente le parole “sovranità monetaria” pensa ad una difesa contro la “sovranità monetaria internazionale”. In realtà è un attacco all’idea di un libero mercato nel settore bancario. E’ keynesismo nazionale contro keynesismo internazionale.

I conservatori americani sono stati nella tasca del Federal Reserve System per così tanto tempo da credere onestamente che una difesa della sovranità monetaria, che per un secolo è stata una difesa politica del Federal Reserve System, sia una sorta di dovere patriottico degli americani. Non è così.

CONCLUSIONE

Per favore non usate le parole “sovranità monetaria” senza usare anche le parole “nessuna licenza statale per le banche”. Se non lo fate, diventerete un utile idiota del Federal Reserve System. La Federal Reserve ha tutti gli utili idioti di cui ha bisogno nel Congresso, nei media e nelle università. Non aumentatene il numero.

[*] traduzione di Francesco Simoncelli  (http://johnnycloaca.blogspot.com/)

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1 COMMENT

  1. Keynes è vissuto negli anni trenta, in una situazione economica molto diversa che assomiglia a quella attuale solo per la crisi economica generale. Voler adottare le sue ricette equivale a voler adottare quelle comuniste, nate nel XIX con la rivoluzione industriale. Negli anni settanta tutte le teorie economiche erano già insufficienti, ci furono delle revisioni e nacquero così le scuole neokeynesiane, neo monetariste, ecc.
    Keynes in una situazione attuale ha una sola ricetta: aumentare la spesa pubblica finanziandola con aumento della tassazione. In Italia fare una cosa del genere è semplicemente demenziale, vista la quantità di spesa di spesa pubblica e di tassazione (come ha detto un economista, se le teorie di Keynes fossero giuste l’Italia sarebbe il paese più ricco del mondo…). Essendo improponibile l’aumento della tassazione, perché a causa della curva di Leffer (ignota ai keynesiani…) si provoca solo recessione ecco i keynesiani saldarsi con i monetaristi: finanziamo la spesa pubblica stampando moneta. I monetaristi in realtà vorrebbero stampare moneta per finanziare le imprese ma il succo è lo stesso.
    La chiamo l’economia della “bacchetta magica” o della “navigazione a vista”, si spera che un singolo provvedimento sia la panacea di tutti i mali oppure ci si focalizza su un singolo problema o sull’oggi senza avere una visione d’insieme.
    La ricchezza, quella vera, è quella dei nostri padri, basata sul lavoro, il risparmio e la ricchezza solida (case, imprese, terreni,ecc). Sperare di risolvere il problema facendo default del debito pubblico, o uscendo dall’euro per convertirlo nella nuova moneta svalutata o provocare inflazione per diminuirne il valore è miopia se non cecità.
    Il debito pubblico era del 100% del Pil agi inizi degli anni novanta, è arrivato al 120% nel 2011, per arrivare ad oltre il 130% attuale. Qualunque cosa si faccia se non si rimuovono le cause che provocano l’esistenza e la crescita del debito pubblico tra pochi anni saremo di nuovo daccapo. La causa del debito pubblico è la spesa pubblica o meglio sono tutti gli sprechi, le ruberie, i privilegi, gli errori del settore pubblico in un modo o nell’altro finiscono tutti li.
    Il settore pubblico è la causa della crisi attuale, crisi ormai ventennale, per mantenere la spesa pubblica c’è stato un costante aumento di tassazione e debito pubblico. Qualunque provvedimento miope, per esempio diminuire la tassazione solo sulle imprese, è destinato al fallimento. Le imprese per vivere devono vendere e chi vendono se la gente è senza soldi? Diventano tutte esportatrici? Questo è une esempio del fatto che la crisi si può superare solo con una visione d’insieme, tassazione, reddito e risparmio delle famiglie, tassazione, costo del lavoro, burocrazia, coste delle utenze per le imprese, tassazione, debito pubblico, legislazione, fiscalità, qualità e quantità della spesa pubblica. Vi dico subito che qualunque soluzione “reale” significa tagliare ed eliminare privilegi o posti di lavoro pubblici e pensioni fasulle, non esistono scappatoie. Nessuno lo farà e quindi l’unica soluzione è eliminare l’Italia, creare nuove entità statali, la Confederazione Longobarda, la Repubblica delle Due Sicilie, ecc che ripartano da zero in materia di debito, statali assunti, pensioni concesse lasciando ogni onere e privilegio preesistente alla ormai scomparsa e non rimpianta Repubblica Italiana.

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