di ANNA MIRABILE
Che il Green pass fosse uno strumento vessatorio di nessuna utilità scientifica era noto a tutti, ma che ad avvalorarlo ci pensasse proprio uno studio dell’Istituto Spallanzani di Roma, in una ricerca finanziata dallo stesso Ministero della Salute, è clamoroso. L’ennesimo autogol di un Ministro senza speranza.
Lo studio allo Spallanzani
Biologi, immunologi e virologi dell’Istituto romano per le Malattie infettive, di cui risulta coautore il Dottor Giuseppe Ippolito, Direttore Scientifico della rinomata struttura e dal primo di settembre nuovo Direttore Generale della Ricerca e dell’innovazione in Sanità del Ministero della Salute, hanno completato l’analisi di dati che stigmatizzano l’inutilità e il danno del passaporto sanitario.
La ricerca dimostra che la carica virale nelle narici dei vaccinati è molto alta perché, spesso, malgrado le due dosi, non sono immunizzati (lo disse financo Fauci, oltre due mesi fa, ndr). Essi sono dunque parte
Ammettiamo che sia vera la cifra dei tre casi su mille. Significherebbe comunque che se tutti gli italiani si vaccinassero avremmo centottantamila casi, un dato notevolmente superiore ai presunti decessi “per covid” che ci hanno propinato. Il tre per mille è la stessa cifra della letalità mondiale di questa polmonite “atipica” per stessa ammissione dei catastrofisti. Nella peggiore delle ipotesi saremmo uno a uno. Quindi perché minimizzare i casi avversi adesso quando prima si allarmava la popolazione con le stesse percentuali?
Buongiorno Prof. Mirabile,
Si è dimenticata di dire che: i pazienti vaccinati reinfettati sia pari a circa lo 0,3% (che per comodità le specifico che si tratta di 3 casi su mille). Di questi lo studio dice: ” …possono portare elevate cariche virali nel tratto respiratorio superiore, anche se infettati molto tempo dopo la seconda dose; cioè quando avrebbe dovuto essere sviluppata l’immunità correlata al vaccino”. QUINDI UNA PARTE DELLO 0,3%.