di CARLO ZUCCHI*
Giovedì 12 altri due imprenditori si sono suicidati: un agricoltore di 53 anni di Altivole (provincia di Treviso), perché – complice anche la siccità – non in grado di coprire i debiti che gravavano sulle sue spalle, e un giovane imprenditore di 32 anni di Arezzo, oppresso dai debiti in seguito a una multa di 40 mila € comminatagli da Equitalia.
Quest’ultimo caso, poi, segue a distanza di pochi giorni la tragedia consumatasi davanti a una sede dell’Agenzia delle Entrate a Bologna, dove un artigiano si è dato fuoco il 28 marzo, per poi spirare 9 giorni dopo per via delle ustioni, perché strangolato dal fisco. Spiace dirlo, ma di queste morti di Stato è corresponsabile una stampa, quella italiana, la cui etica è ormai a livelli miseri, vuoi per faziosità, vuoi per incompetenza. Da tempo, l’informazione si è appiattita in modo vergognoso sulla retorica della lotta all’evasione fiscale con una campagna mediatica infame che, facendo leva sull’
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