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Tassi reali, ciò che e corretto e ciò che non lo è

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di MATTEO CORSINI “Ed è corretto che i tassi reali siano bassi, dato che i vantaggi di un costo del capitale minimo sopravanzano gli svantaggi di un basso rendimento per i risparmiatori”. In un articolo di inizio anno in cui non manca l’elogio di un noto economista del passato, Fabrizio Galimberti afferma, tra le altre cose, quanto ho riportato. Ciò che egli ritiene “corretto” non è affatto detto che lo sia. Anzi, io credo che non lo sia per nulla. In primo luogo, Galimberti afferma che i vantaggi superano gli svantaggi, senza però indicare in che modo. E dubito che potrebbe essere altrimenti, considerando che un calcolo richiederebbe una quantità tale di assunzioni arbitrarie da renderlo del tutto inattendibile. L’utilità, che è strettamente legata a vantaggi e svantaggi, è un concetto soggettivo, per cui dipende dalle valutazioni di ogni individuo e un osservatore esterno non può quantificarla. A questo punto mi si potrebbe chiedere su quali basi io affe
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1 COMMENT

  1. Galimberti non sa di che parla.
    Che provi a chiedere un finanziamento , anche piccolo, presso una qualsiasi banca e controlli gli interessi che gli proporranno.
    Dal 5 al 6,5% in genere.
    La gente lavora, e mangia tre volte al giorno.
    Non ha il privilegio di esser pagata per dire cazzate, e vivere in un mondo di privilegio politico.
    In sostanza succede questo.
    Vuoi ristrutturare un immobile, oppure vuoi rifare l’arredo di un’attività commerciale?Tasso al 6% sul finanziamento.
    Vuoi acquistare una nuova automobile? Tasso anche fino a zero.
    C’è qualcosa che tocca.
    Galimberti lo vedo bene vendere gelati, nei medesimi mercatini rionali molisani frequentati da padoan e morando.

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