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Terapie intensive: durante le influenze del passato erano piene al 70%

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di EUGENIO CAPOZZI

Il governo starebbe pensando di modificare drasticamente in senso restrittivo le soglie di occupazione di reparti ospedalieri e terapie intensive per far passare una regione in “zona gialla”: rispettivamente il 10% e il 5%, contro il 40% e il 30% attuali.

Se confermata, la notizia dimostrerebbe eloquentemente quanto si illuda chi crede che l’esecutivo stia passando a un approccio pragmatico e realistico, abbandonando l’automatismo dei “positivi” asintomatici, e che voglia sostenere il ritorno alla normalità e alla “ripartenza”, magari proprio grazie ai “green pass”.

Quando capiranno, questi candidi speranzosi, che l’emergenzialismo è un circolo vizioso autoritario che si auto-alimenta all’infinito, fino a quando qualcuno dotato di sufficiente forza dirà “basta” una volta per tutte?

Durante le “normali” epidemie influenzali stagionali i reparti ospedalieri sono pieni oltre il 70%. Ora per superare il 5% di TI in alcune regioni basteranno poche unità di ricoverati per qualsiasi causa risultati positivi a un tampone, e dall’emergenza con questi criteri non usciremo MAI PIÙ.

Con i green pass in poche settimane gli speranzosi inoculati, tutti pronti col loro bravo QR code, ci faranno la birra. Tutti in lockdown inverno e primavera, DAD, smart working, confino e food delivery. Già ora è chiaro che i green pass, oltre che incostituzionali e totalitari, sono totalmente inutili, perché i vaccinati contagiano e si contagiano di tutte le varianti che Dio manda in terra come gli altri. In capo a poche settimane, saremo tutti a fare il falò di Ferragosto sul balcone, come perfidamente fa dire al suo inquietante Draghi il grande Osho.

Invece di accapigliarci come i capponi di Renzo tra inoculati e non, cittadini di serie A e B, bisogna capire che la normalità si raggiungerà soltanto quando si taglierà la testa al mostro emergenziale definitivamente, senza subordinate, senza se e senza ma, avendo il coraggio di contrapporsi senza compromessi a quelle classi politiche e (para)scientifiche, drogate di superpotere, che lucrano sulla psicosi. E riportando la “peste del XXI secolo” alla sua dimensione reale: una patologia spesso problematica e preoccupante per gli anziani, da trattare sia farmacologicamente che, ove lo si ritenga opportuno, attraverso i vaccini. Ma che non può e non deve rappresentare una condanna e un’ossessione perpetua per il resto della società, per cui non è affatto una minaccia apocalittica.

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1 COMMENT

  1. 1) “Fino a quando qualcuno dotato di sufficiente forza, dirà ‘basta’ una volta per tutte.” Chi è questo qualcuno? Siamo in grado di individuarlo o è solo una speranza nel miracolo?

    2) Non dovremmo accapigliarci “tra inoculati e non”. Non sono i “non” a volersi accapigliare ma gli inoculati e gli aspiranti tali ad aggredire i dissidenti.

    3) “La normalità si raggiungerà soltanto quando si taglierà la testa al mostro… avendo il coraggio di contrapporsi…” Se era così facile avevamo già vinto. Chi sarebbe il tagliatore di teste mostruose? Il coraggio di contrapporsi c’è chi lo sta dimostrando. Con quali risultati? In che modo dovrebbe manifestarsi la contrapposizione? Con quali armi
    si potrà tagliare la testa al mostro? Aspettiamo San Giorgio che infilzi il drago? (o se si preferisce, il Draghi?)

    4) Sui vaccini agli anziani continuo, sia pur da non esperto, a manifestare dubbi. Hanno un sistema immunitario più debole, inoculare loro qualcosa che stimoli gli anticorpi è salutare quando questi anticorpi sono pochi? Non potrebbero rischiare di soccombere prima a qualcosa che può provocare loro febbre nei confronti della quale i pochi anticorpi presenti rischiano, proprio in quanto pochi, la sconfitta? (come noi, sul piano politico, nei confronti del mostro?).

    5) Osho a volte è interessante ma il dialetto che assegna ai suoi personaggi non ha nulla di romano autentico come vorrebbe far credere. Questo, ovviamente, è l’ultimo dei problemi in ordine di importanza.

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