di REDAZIONE
Terra di autonomie e campanilismi, la Val Camonica esprime da sempre forti pulsioni all’autogoverno, pur dovendosi assoggettare agli appetiti di potentati forestieri, agevolati dalle lotte di fazione. Emblema dell’irredentismo camuno è la ribellione del 1289 al dominio del vescovo di Brescia; la fiammata della rivolta preparò il passaggio della Valle nell’orbita viscontea. Dopo un secolo di predominio milanese si stabilì una solida egemonia veneziana. Epoca felice, quella della Serenissima, per la valorizzazione delle vicinie, modello partecipato di gestione delle comunità locali. Se mai vi fu un’epoca d’oro delle autonomie, essa s’inverò all’ombra del Leone di San Marco.
Dopo le convulse alternanze dell’influenza francese (il bonapartismo accentratore chiuse le vicinie) e dell’inserimento nel Lombardo Veneto, l’annessione al Regno d’Italia, emerse un ceto politico autoctono d’ascendenza liberal-massonica, con i deputati Cuzzetti
Peccato che i recentissimi sostenitori siano proprio coloro che hanno considerato sino a pochissimo tempo fa, il pensiero leghista , pensiero del demonio.
Ho la sensazione che il progetto di questi neo indipendentisti sia articolato in modo piuttosto razzo: dateci i soldi e poi vedremo noi il da farsi!