di GIANLUCA MARCHI
Tra pochi giorni, il 27 marzo, saranno passati dieci anni dalla morte di Daniele Vimercati. Chi è stato il “Vim” – questo il nomignolo con cui molti lo chiamavano – non devo certo spiegarlo alla gran parte dei lettori de L’Indipendenza. Forse i più giovani potranno essere meno infarinati, ma se sono interessati all’evoluzione del mondo leghista (nel bene e nel male) fin dalle sue origini, non possono prescindere dagli scritti di questo giornalista portato via da un tragico destino alla giovane età di 44 anni, quando ancora doveva esprimere il meglio della sua carriera, pur avendo fatto già molto fino ad allora.
A Daniele Vimercati mi ha legato un sodalizio professionale e di stima penso reciproca durato diversi anni, almeno otto quasi gomito a gomito. E devo al rapporto con lui se poi nella mia vita professionale sono avvenute delle evoluzioni che mai avrei potuto immaginare, a cominciare dalla mia direzione de la Padania, quando il giornale leg
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