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Baroffio (varese): addio lega, il tuo e’ un gioco ambiguo con il futuro in italia

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di REDAZIONE

BaroffioChe molti militanti storici abbiano lasciato e continuino a lasciare la Lega Nord è qualcosa che è avvenuto in maniera consistente nel recente passato, avviene ora e avverrà nel prossimo futuro. Fa parte dell’evoluzione (o involuzione) politica. Ieri per esempio un personaggio significativo della Lega varesino ha deciso di dimettersi dal direttivo provinciale e anche da socio ordinario militante. Enrico Baroffio, ex sindaco di Vedano Olona, comunicando la sua decisione alla segreteria provinciale e a quella di Vedano, ha diffuso la sua lettera perché gli amici di tante battaglie sapessero la cosa direttamente da lui. Vale la pena di leggerla con attenzione, perché in qualche modo è la summa delle molte osservazioni che anche da queste colonne sono state rivolte alla deriva leghista.

Cari amici,

con questa mia voglio spiegare perché non posso più trattenermi oltre.

Credevo, sono stato per molto tempo certo, di procedere in un cammino a suo tempo indicato da più da Miglio che da Bossi. Questa via doveva, e poteva, condurre a una realtà più degna per me e per la mia gente. In nome di questa possibilità ho spesso accettato o tollerato parole, fatti e persone che altrimenti avrei detestato, osteggiato o combattuto. Errori, tradimenti, lusinghe del potere ma soprattutto uomini deboli e per ciò miseri, hanno fatto sì che la Lega abbandonasse quel cammino che oggi più che mai dovrebbe essere percorso. Dopo i tristi fatti che tutti conosciamo, siamo giunti all’ammissione dell’incapacità più che della sconfitta e, quindi, alla resa. Del resto le parole d’ordine d’un tempo, usurate, abusate e quindi svilite anzitutto dal “capo” e dal suo entourage (molti di costoro tuttora primeggiano nel movimento), non potevano ormai esser credute dai più né pronunciate da chi, per primo, ha dimostrato con i fatti di non prestarvi fede. Ed ecco allora la necessità di salvare il Partito dall’annichilimento. Anche se si dimentica troppo spesso che il Partito (la politica) non è il fine ma, data una visione, un’idea del mondo , deve essere il mezzo per realizzarla. E troppo spesso chi vive di politica e non avrebbe altro posto nel mondo, non può fare a meno di perseguire il fine – unico e ultimo – della conservazione del partito, mezzo sì, ma per i propri personali scopi.

Per salvare dunque il Partito, scomparse o relegate a qualche comizio o lettera “per intimi” le istanze indipendentiste, separatiste, autonomiste, federaliste, ecc. ecc., non rimangono che le idee “di destra”: immigrazione, sicurezza, famiglia tradizionale, addirittura nazionalismo (italico!) in chiave antieuropea e antieuro. Intendiamoci, io posso esser tutto tranne che “di sinistra”, ammesso che il termine abbia ancora un senso, e tuttavia ho militato per qualcosa che precede la distinzione ideologica, qualcosa che viene prima e sta sopra la destra e la sinistra. Diversamente dovrei chiedermi perché Lega e non Forza Nuova o Fratelli d’Italia. Si è indubbiamente trattato di una scelta necessitata dalla totale perdita di credibilità sui temi tradizionali; perdita di credibilità che oggi fa della Lega stessa un limite, un ostacolo al perseguimento degli obiettivi originari.

E così oggi, pieni di soddisfazione per il 6 o l’8%, si pensa di aver attraversato il deserto senza rendersi conto che nel deserto ci si è persi: è evidente che ripiegare su una prospettiva nazionale significa tornare a legare il nostro destino all’Italia, trascurando che tutti noi siamo consapevoli ormai da anni – anzi abbiamo profetizzato – che, trattandosi di un entità mal concepita, è per ciò stesso inemendabile sia dalla cosiddetta destra che dalla cosiddetta sinistra, anche se fossero entrambe in buona fede; è un’entità politico/amministrativa che ci porterà alla rovina per colpe e vizi propri e non per responsabilità di altri. E invece mi è toccato anche di assistere ad attacchi leghisti al “nemico esterno” (Germania e Europa) quasi ci si fosse dimenticati che la Lega nasce prima dell’Euro e prima di Maastricht, proprio perché il male che ci affligge è antico e la cura non è certo lo Stato Nazione Italia che “batta” moneta propria. Possibile non capire che noi apparteniamo al mondo centro/nord europeo e non al Mediterraneo? Che noi siamo lombardi o veneti (insubri, orobi ecc. ecc.) ed europei, in un’Europa di popoli e regioni storiche, e non italiani (concetto dal contenuto quantomeno controverso)? Possibile credere davvero che l’esito del referendum scozzese segni il tramonto delle “piccole patrie” mentre, al contrario, è evidente che si tratta del tramonto dello Stato Nazione e dell’alba di una possibile nuova Europa? Potrei continuare per ore e questa non è la sede.

Come ha detto Mark Twain, “It’s easier to fool people than to convince them that they have been fooled”.

E così si indugia in un gioco ambiguo per cui il futuro è in Italia e non nell’autodeterminazione della nostra gente e/o in Europa, e ci si inventano battaglie di retroguardia (come il referendum per la Lombardia a statuto speciale) per tenere occupati i “Soci Ordinari Militanti” e questo anche se il Partito continua, per ora almeno, ad essere statutariamente “…..per l’indipendenza ……” e a federare “nazioni”, rectius, popoli. Miei cari, non so voi, ma io non ce la faccio proprio ad essere complice di questa ambiguità, perciò rassegno con effetto immediato le mie dimissioni da membro del direttivo provinciale di Varese e da militante. Ritirandomi in attesa che questo grande vuoto, lasciato al Nord da ciò che la Lega fu e ora non è più, venga colmato da uomini e donne, magari ingenui, ma di valore, che facciano dell’onestà e di un’etica rigorosa gli strumenti principali della loro battaglia, concludo questa mia esprimendo la mia stima per chi continuerà a lottare illudendosi in buona fede che le cose cambieranno, e la mia compassione, più che il disprezzo e il disgusto, per chi resta avendone convenienza personale, sia essa denaro o potere, o entrambi.

Un abbraccio a tutti quelli che stimo.

Vedano Olona, 13 ottobre 2014

Enrico Baroffio

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17 COMMENTS

  1. Condivido tutto. Però la cosa principale è : NOI, lombardi, veneti e altri etc. che si vogliono unire a noi, non possiamo sentirci mediterranei. Voler insistere a FARE GLI ITALIANI, e’ infierire su un cadavere. Il Nord tutto incatenato al Sud, come legato a un morto putrido, non non può altro che imputridire. Perciò indipendenza , AUTODETERMINAZIONE dei popoli, e’ il primo passo. Quindi VIA DA ROMA per salvarci.

  2. Quello che ha scritto Baroffio è esattamente quello che provo io ora nei confronti della strategia politica della lega di oggi.
    Troppe battaglie su cose magari pure giuste, ma che si risolverebbero comunque quando saremo finalmente indipendenti da roma.
    E mi viene la pelle d’oca a pensare di uscire dall’Euro e tornare a fare una nostra moneta, riabbracciare l’itaglia e tornare schiavi di roma come prima dell’euro.
    No grazie preferisco morire di euro.

    Esempio dell’immigrazione, la grande stronzata del mare nostrum, mica la creata l’Europa, ma è una bellissima idea portata avanti da roma e dai suoi palazzi, in Spagna e Francia che pur si affacciano anche loro sul Mediterraneo, non vanno in Africa a prendere i “migranti” e a portarceli in casa nostra.

    Il vero problema però è che a parte la Lega non vedo nessun altro movimento politico che possa portare avanti una lotta per l’indipendenza della Padania.
    In Catalunya ci sono molti partiti, di destra, di centro e di sinistra che portano avanti la battaglia indipendentista, magari con sfumature diverse, ma qualcosa in più si trova.
    Qua da noi nulla, il riferimento unico, con tanti difetti, ma che almeno più si avvicina all’idea di indipendentismo resta solo la Lega.

    • Se ti bastano le vuote parole dell’articolo 1 dello statuto… Secondo me oggi i fardellli di taglia sono più indipendentisti della lega, comunque se sei contento così, continua pure.

  3. Tranquilli ! Salvini ha già da tempo pensato di sostituire i voti dei padani con i voti dei meridionali.
    A lui e ai soci interessa solo la cadrega!

  4. caro Baroffo tutti siamo utili, nessuno è indispensabile, non ce l’ha ordinato il dottore! chi non condivide si autoesclude. un atto di intelligenza è di mutare l’azione coi tempi, senza mai perdere di vista lo scopo finale. chi non e’ in grado di sostenere questo, puo’ abbandonare, a lui con il nostro rimpianto un sentito ringraziamento.

  5. Rimanere entro la Lega per cambiarla e portarla ad agire come da art.1, dice qualcuno… Mi sembra mooolto difficile. Son convinto la base è perlopiu’ secessionista, ma la cima comanda e confonde e ha facile gioco.

    Devo ammettere che quando si vota, voto Lega, in quanto credo facciano un qualcosina per arginare l’immigrazione all’amatriciana servita da PD, parlamento, caritas, Vaticano, poteri forti ecc., e anche perchè berciano, in modo a volte efficace contro la micro-criminalità. E per qualche buon amministratore locale (probabilmente anche Bobo est mejo de Ambrosoli). Niente di più. Ovviamente vorrei ben altro, come dicono a sinistra (benaltrismo….).

    Tornando a Baroffio, complimenti su tutto e mi piace quello stanare Salvini che, illustrato dal solone economico Borghi Aquilini, vede nella Germania-Bruxelles la causa di ogni male. Aquilini gli dica che, qualora fosse indipendente, una Lombardia con un surplus fiscale oltre il 10% del Pil (da investire in tagli alle tasse, infrastrutture ecc), e un credit rating AAA, l’euro se lo mangia a colazione pranzo e cena. Non sarà la soluzione valutaria migliore, ma non sarebbe certo una delle nostre preoccupazioni… Da indipendenti.

    A meno che, sotto sotto, non si voglia mantenete fallitaglia lunga e stretta… In quel caso – allora sì – per evitare il dissanguamento economico, avremmo bisogno di tornare alla vecchia e svalutante liretta…. Non con me.

  6. Ho letto la lettera e posso condividerla, ma dopo chiedo: e quindi? Penso che nella lega uno DEVE rimanere proprio per rompere i coglioni a quelli. E’ troppo comodo dire: “..la mia stima per chi continuerà…”. Io dico la mia disistima per chi abbandona…

    • Puro spirito leghista. Rimaniamo e lottiamo. Stessa cosa da fare con l’iTaglia, rimaniamo e lottiamo per cambiarla. Tutto sommato ottima strategia.

      • No, no dividiamoci in mille rivoli tutti con la verità in tasca e facciamo ridere da chi è seduto sulla spanda a guardare.

        • Infatti, è quello che vogliono. E ci stanno riuscendo. “Divide et impera”. Votate PD, Forza itaglia e Grillo: quelli si che vi daranno l’indipendenza!!! Se lo “stato” li lascia tranquilli forse un motivo c’è, non vi pare? E guardate la “nuova democrazia” che ci stanno servendo: elezioni delle “nuove provincie” che non ci saranno più. Tutte passate in mano ai centralisti romani. E nessuno ne parla ….

  7. Tranquillo Enrico. A Salvini (e a Maroni, Tosi, Zaia e molti altri) interessa solo mantenere la cadrega che permette loro di non lavorare per il resto della vita. Un leghista in meno, per le mire odierne, significa per il partito due voti in più. Magari di romani, siciliani o napoletani non importa. Per le cadreghe bastano i voti. Per gli ideali rivolgersi altrove.

    • Caro Giancarlo io sono uno dei tanti leghisti della prima ora che riponeva in te immensa ammirazione e fiducia. Non nascondo che sono stato tentato spesso di mollare tutto e tutti, ma quando guardo negli occhi i miei figli, mi domando cosa gli dirò quando saranno grandi e mi chiederanno perché ho smesso di combattere per il loro futuro?
      La Lega siamo noi, insieme e dentro il movimento dobbiamo batterci perché le idee e i progetti fondativi che hanno risvegliato le nostre coscienze, tornino a essere il fuoco che riaccende
      la speranza della nostra gente.

  8. a Baroffio che qui vengo a conoscere tutta la mia stima, da veneta che un giorno ripose speranze nella Lega nonostante stupide ampolline, e che finalmente si riconosce in chi prosegue strenuamente nella battaglia d’indipendenza avendoci portato ad una prima vittoria del marzo scorso…ora la libertà è vicina!

    • A Salvini va dato il merito di aver salvato la lega dalla scomparsa alle elezioni europee, ma per il resto lasciamo stare!!!!
      Si rilegga di nuovo la lettera di Baroffio e se la condivide dovrebbe dirmi cosa si aprono a fare sedi della lega a roma, come può un veneto volersi candidare sindaco ad agrigento, come si può arrivare all’euro parlamento con i voti di casa pound, come si possa ancora parlare di nostro paese ( itaglia ) quando la mia e nostra nazione ha un solo nome ( PADANIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA).
      La lega deve solo darsi da fare per aiutare in tutti i modi il popolo veneto ( FRATELLI VENETI ) ad indire questo benedetto referendum lasciando perdere le stupidaggini tricolorute.
      Se invece vogliono proseguire su questa strada itagliana, si abbia almeno la decenza di cambiare l’articolo 1 dello statuto.

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