venerdì, Aprile 26, 2024
14.1 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

28° segnale della ripresa: dimezzata la classe media in 10 anni

Da leggere

di LUIGI CORTINOVIS

La Banca d’Italia, lancia un preoccupante allarme: “Oltre un minore su dieci era nel 2015 in situazione di povertà assoluta”. Per quanto attiene alla soglia di povertà nel medesimo anno, nonché ultimo quanto ad informazioni, il dato consegna un numero significativamente elevato di soggetti che si contestualizzano in uno stato di disagio economico, da quando è cominciata la crisi.

Stando alle analisi di Eurostat, coloro i quali rischiano la povertà o l’esclusione sociale in Italia, rappresentano una percentuale del 28,7%: ciò significa tre punti in più di quella registrata nel 2007. Se poi l’analisi la si amplia in contesto europeo, la forbice si allarga sino ai cinque punti percentuali oltre la media. Nell’anno oggetto dello studio, ISTAT ha rilevato che i soggetti in stato di povertà assoluta erano 4,6 milioni, pari al 7,6% della popolazione: mai visti numeri simili dal 2005. A guidare questa nera classifica, i cittadini stranieri che superano di ben sette volte quelli italiani nella medesima condizione. C’è da sottolineare che tra il 2014 ed il 2015, questi ultimi sono aumentati soprattutto nelle regioni del Nord. Ad essere maggiormente colpiti dalle difficoltà economiche, le famiglie numerose con due o più figli. Questo spiega il perché dell’aumento di minori poveri, sia in Italia che in rapporto agli altri Paesi europei.

Va relativamente meglio per i pensionati che nel 2015, in quanto a disagio economico rappresentavano il 4% circa della popolazione. Questo per la stabilità del trattamento economico dato dalla pensione, sicura rispetto al reddito da lavoro. Nel contesto europeo, assolutamente in parità con le principali nazioni. Insomma: dopo i lunghi anni della crisi economica si è quasi dimezzata la classe media e sta facendo percepire al 41% degli italiani che la propria condizione è peggiorata.

Correlati

1 COMMENT

  1. E’ il degrado che avanza e si diffonde.
    D’altronde una società fondata sul debito e sul lavoro, invece che sul risparmio e sulla libertà anche di impresa, una società del genere è morta in partenza.
    Se ne può valutare solo il tempo di decadimento e disfacimento.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti