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Ecco il 3° segnale della ripresa: cementir, 260 licenziamenti

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di LUIGI CORTINOVIS

Un’altra bella notizia per l’economia italica: i lavoratori della Cementir Sacci sono in assemblea permanente da alcuni giorni. Motivo?

C’è una vertenza con al centro il licenziamento di 260 lavoratori del Gruppo Caltagirone, dipendenti delle società Cementir Italia Spa e Cementir-Sacci Spa. Il Gruppo – terzo colosso italiano del cemento, 11 sedi distribuite su 10 regioni, 729 dipendenti – in questi mesi ha rifiutato di raggiungere un accordo nazionale per salvaguardare i livelli occupazionali ed evitando di sottoscrivere gli accordi territoriali. Laddove si è riusciti a siglare accordi e ricollocare i lavoratori licenziati, “l’azienda li ha applicati, ma secondo i sindacati peggiorando le condizioni di lavoro e contrattuali dei lavoratori”, dice il sindacato.

Come al solito, i sindacati frignano e ora si rivolgono alle istituzioni locali, chiedendo il “massimo impegno per ridurre gli esuberi”. I sindacati si chiedono: “Cosa vuole fare dei suoi stabilimenti? Perché sta esternalizzando tutta una serie di funzioni proprie di un cementificio? Ha forse intenzione di indirizzare il proprio business verso altre produzioni, ad esempio passando dal cemento all’energia elettrica attraverso la riconversione dei cementifici in termovalorizzatori”?  Qualcuno spieghi loro che non c’è più trippa per gatti in Italia, grazie a loro ci sono troppi mantenuti e parassiti in circolazione.

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1 COMMENT

  1. Beh, una volta c’era chi trasformava i vecchi forni di cottura per mattoni Hofmann in fungaie.
    Guadagnavano bene.
    Funghi pleuroto in prevalenza.
    Andrebbe bene la riconversione dei cementifici in qualsiasi cosa, tanto l’edilizia privata e pubblica sono alla canna del gas.

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