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Secessione, libertà e democrazia diretta: qualche lettura consigliata

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di GUGLIELMO PIOMBINI Nicola Iannello e Carlo Lottieri, studiosi di orientamento libertario, hanno presentato e raccolto nel libro Secessione. Una prospettiva liberale (La Scuola, € 12,50) una serie di testi di Thomas Jefferson, Ernest Renan, Ludwig von Mises, Robert McGee, Murray N. Rothbard e Hans-Hermann Hoppe sui fondamenti politici e filosofici del diritto di secessione. Con diversi accenti e prospettive, questo autori concordano sul fatto che il riconoscimento illimitato del diritto di secessione assicurerebbe la nascita di ordinamenti politici realmente fondati sul consenso degli abitanti, e sancirebbe la fine degli attuali Stati gerarchici, autoritari e illiberali. Nella sua prefazione Lottieri evidenzia come l’epoca dello Stato-potenza, che tanto ha affascinato gli intellettuali e le masse nel secolo scorso, sia ormai alle nostre spalle. Il grande successo economico delle città indipendenti come Singapore o Montecarlo e delle piccole realtà regionali come i ca
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2 COMMENTS

  1. Sia la tesi di von Hayek che quella di Myrdal lasciano il tempo che trovano. Più utile sarebbe una traduzione di “IQ and the Wealth of Nations” di Lynn e Vanhanen. Questi hanno riscontrato una forte correlazione positiva (0,7) tra intelligenza e reddito nazionale pro-capite. Nell’attuale clima intellettuale marxista si chiude un occhio sulle ovvie differenze innate dei popoli e ci si concentra sulle ideologie e sui parametri istituzionali.

    • Il libro di Myrdal, “An American Dilemma: The Negro Problem and Modern Democracy” (1944) spianò la strada non solo all’abolizione delle leggi sulla segregazione (OK) ma all’associazione coercitiva (busing, ecc.). Dalla padella…

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