di PAOLO L. BERNARDINI
Brescia, una domenica di maggio. Giungo in città per visitare la mostra “Lo splendore di Venezia”, che Ettore Beggiato ha già segnalato su queste pagine. Lo splendore di Venezia, per intanto, scese su Brescia per quasi quattro secoli, e vi rimane impresso, durevole, nelle splendide architetture, dove i frammenti dell’impero romano si intersecano, quasi naturalmente, quasi a formare un unico giardino di pietra, con quelli veneziani. Prima di palazzo Martinengo, sede dell’esposizione, ci si imbatte in quella gemma che è Santa Maria della Carità. La si può visitare, ottimamente restaurata, solo da pochi anni, questa chiesa forse barocca, ma neanche, figlia di secoli di costruzioni e ricostruzioni, che ne hanno fatto una bomboniera sacra, piena di confetti mirabili, completamente avvolgente, dove l’originale struttura cinquecentesca ha resistito come ha potuto ai ricami e agli sfarzi barocchi, contenendo gli eccessi di pietà e di misericordia – o