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Banche, la riserva frazionaria è legale, ma anche illegittima

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bankdisegnodi MATTEO CORSINI

“Se fallisce un supermercato, lo chiudi e un altro apre. Se fallisce una banca, è molto improbabile che ne apra un’altra, è più probabile che quella accanto cominci ad avere problemi”. Quanto affermato da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, è vero. E’ per questo motivo che il maldestro tentativo di avvicinare a regole di mercato la risoluzione delle crisi bancarie mediante la direttiva BRRD (che prevede, tra le altre soluzioni, il famigerato bail-in) ha peggiorato, alla sua prima applicazione, le condizioni di quasi tutte le banche. Di certo alcune hanno avuto in prima battuta dei benefici, intercettando raccolta in uscita dalle banche messe peggio, ma a voler raccontare le cose come stanno occorre precisare che chi va vantando solidità patrimoniali significative lo deve al fatto di avere un portafoglio crediti di dimensioni marginali (o inesistente) rispetto al totale dell’attivo.

In buona sostanza, dato che il problema principale delle banche italiane è il significativo ammontare di crediti deteriorati, va da sé che se di crediti in bilancio non ce ne sono (o ce ne sono pochi), saranno pochi o inesistenti anche i crediti deteriorati. Ben inteso, non è che limitarsi a fare gestione del risparmio sia sbagliato, ma non è per forza indice di maggiore virtù avere una migliore solidità patrimoniale se ci si confronta con banche commerciali che fanno credito, soprattutto dopo anni di crisi.

Ciò premesso, se le banche commerciali, pur essendoci differenze tra esse, rischiano di contagiarsi a vicenda, al contrario di quanto accade in altri settori, la cosa più sensata da fare è cercare di capire perché. Spesso si sente sostenere che la fiducia dei depositanti è un elemento essenziale per la stabilità del sistema bancario. Più che di vera e propria fiducia credo si tratti spesso di ignoranza sul reale funzionamento delle banche, e in particolare del meccanismo della riserva frazionaria. Che, si badi bene, rende le banche sempre potenzialmente insolventi qualora, appunto, vi sia un calo di fiducia da parte dei depositanti.

Il fatto che la stessa somma di denaro sia formalmente a disposizione del depositante (legittimo proprietario) ma sia legalmente possibile per la banca concederla in prestito, fa sì che più soggetti abbiano il diritto di disporre a vista di quel denaro. La riserva che la banca è obbligata a tenere presso la banca centrale per far fronte alle richieste di liquidità di chi è titolare del diritto di disporre a vista del denaro non è, evidentemente, sufficiente se non a far fronte a pochi deflussi. Questo, assieme alla carenza di mezzi propri, alla trasformazione delle scadenze e alla illiquidità di gran parte dell’attivo (crediti), rende le banche fragili.

Il meccanismo della riserva frazionaria, pur essendo legale, è illegittimo, violando il diritto di proprietà del depositante. E’ vero che l’articolo 1834 del codice civile prevede che la somma depositata, anche se prelevabile a vista, diventa di proprietà della banca; è altrettanto vero, però, che se il depositante può richiedere quella somma di denaro in qualsiasi momento ne rimane, in sostanza proprietario. Poco importa se, da un punto di vista formale, la banca non è tenuta a restituire quelle stesse banconote (nel caso di denaro elettronico neppure si pone il problema), bensì una quantità fungibile. Se quella somma di denaro è resa disponibile a un altro soggetto, in sostanza la possibilità di chiederne l’utilizzo a vista è subordinata al fatto che la banca abbia una riserva sufficiente, ossia che vi sia un limitato numero di richieste da parte di depositanti e affidatari.

In pratica, con la riserva frazionaria il denaro viene moltiplicato, il che equivale a contraffarlo. Dato che questo meccanismo di contraffazione legalizzata è utilizzato da tutte le banche, è evidente il rischio di contagio in caso di calo di fiducia da parte dei depositanti. Occorre tenere presente, tra l’altro, che le banche sono interconnesse anche per via del funzionamento dei sistemi di pagamento.

La direttiva BRRD ha tra gli obiettivi anche quello di contenere l’azzardo morale da parte delle banche, il che è condivisibile. Ma senza una rimozione del meccanismo di riserva frazionaria non ci si deve stupire se l’applicazione della BRRD provochi crisi sistemiche. Il fatto è che il superamento della riserva frazionaria avrebbe, tra le altre conseguenze, la minore disponibilità di credito, oltre a un maggior costo dello stesso. Due cose considerate come vere e proprie sciagure sia da coloro che regolano le banche, sia da coloro che addebitano alle stesse tutti i mali del mondo.

In sostanza, se si vuole che le banche non si contagino a vicenda, si deve essere disposti a un cambiamento radicale del loro funzionamento. Dubito che ciò sia desiderato, se non da una minoranza di persone, per lo più considerate folli quando sostengono cose come quelle che ho appena scritto

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2 COMMENTS

  1. Secono il mio modesto avviso la Banca d’Italia, organo dovrebbe essere totalmente di Stato , con l’esclusivo dovere di:
    -controllare che i soldi non vengano prestati ad “amici”, ma a enti o persone che rispondano a certi requisiti di affidabilità.
    -controllare che forniscano tutti i dati indispensabili ai potenziali investitori, senza dare consigli a chicchessia
    -controllare che la dirigenza sia costituita da persone tecnicamente capaci.
    Dopodichè la Banche che non dovessero funzionare : falliscano pure.
    In attesa che si realizzi il sogno mi domando che cosa ci stia ancora a fare la Banca d’Italia.

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