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Tra le once d’oro e i bitcoin sceglierei sicuramente i secondi

Da leggere

di ALBERTO DE LUIGI Mi intrometto nell’acceso dibattito fra Gerardo Coco e Giovanni Birindelli (la critica di Coco alla criptomoneta [1], la risposta di Birindelli [2] e il dibattito successivo [3], [4]) poiché purtroppo si sta facendo molta confusione sul tema, confusione che riscontro anche e soprattutto nei lettori. Poiché l’economia monetaria non è un’opinione e alcune affermazioni erronee risultano, effettivamente, pura disinformazione, sento l’urgenza di esporre una visione chiara e complessiva del fenomeno “criptovaluta”. Anzitutto devo contraddire Coco, che erroneamente ribadisce più volte che le criptovalute sono – cito alla lettera – “volatili perché traggono il loro valore dalle valute inconvertibili esistenti che sono volatili proprio perché, al pari delle criptovalute, non sono il prodotto del mercato”. Da questa affermazione è chiaro che Coco non ha compreso cosa sia una criptomoneta dal punto di vista tecnico, ma forse soffre anche di qua
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12 COMMENTS

  1. ALBERTO DE LUIGI afferma che “Coco non ha compreso cosa sia una criptomoneta dal punto di vista tecnico, ma forse soffre anche di qualche lacuna in teoria monetaria”. Può darsi che mi sfugga qualcosa di tecnico ma non arrivo a confondere una innovazione tecnica con ciò che è moneta. E tanto basterebbe. Quanto alle lacune monetarie vediamo ora se non ne ha De Luigi.

    1.”Il sistema di valuta fiat ha tanti difetti, ma fra questi la volatilità non è decisamente il più preoccupante. Anzitutto, volatile rispetto a cosa?”
    Volatilità significa repentini e imprevedibili variazioni dei prezzi (valute, titoli, materie prime). Siccome tutto è prezzato nelle valute attuali, volatili lo sono pure i bitcoin. Oggi la volatilità (sinonimo di incertezza) è talmente forte che l’economie non funzionano. Di Luigi non se preoccupa perché non ne conosce gli effetti. In un ambiente volatile prospera solo la speculazione, bitcoin compresi. Derivati, carry trade et similia che hanno reso il sistema una polveriera, sono proprio conseguenza della volatilità, dovuta a sua volta a un sistema monetario inaffidabile. Volatilità significa anche illiquidità. Lo spiegato in decine di articoli e non mi sto a ripetere. Pensare che la panacea al disordine monetario sia una « non cosa», come ho definito i bitcoin, è risibile.

    2. “Ma un regime di moneta fiat come quello della BCE o della FED di oggi “batte” decisamente l’oro in quanto a stabilità dei prezzi. L’oro valeva 10 euro al grammo nel 2002 e circa 40 euro al grammo nel 2012, è cioè quadruplicato”
    Innanzi tutto il valore delle cose non è il loro prezzo. il prezzo è ciò che pago, il valore è ciò che ottengo. Se assumo un impiegato, pago lo stipendio, il valore è il suo rendimento. Pago per un’azione quotata ma il valore è il dividendo. Il valore è un rapporto in cui il numeratore sono benefici e il denominatore il prezzo. Il valore dell’oro non è il suo prezzo. L’oro è prima di tutto una polizza assicurativa contro i collassi valutari e dei governi. Il beneficio è la preservazione del valore. Una tunica al tempo dei romani valeva un’oncia pressappoco il valore di un abito oggi di buona qualità. Di Luigi, inoltre ignora la manipolazione dell’oro (che lui scambia per instabilità), ad opera degli ETF ossia i fondi che vendono non oro fisico ma certificati rappresentativi senza possederlo; certificati che sono un multiplo dell’oro fisico. Ovvio che emettendo certificati l’offerta aumenta facendo calare il prezzo. I cinesi, che non sono fessi, ne hanno approfittato per comprarlo a prezzi stracciati.

    3. ..ma questa è l’ultima delle nostre preoccupazioni. Infatti il regime di valuta fiat vigente, con una BCE indipendente – almeno formalmente – dagli stati nazionali, ha come primo scopo la stabilità dei prezzi”…
    Di quali prezzi parla Di Luigi? Il denaro non serve solo a comprare beni di consumo ma anche materie prime beni strumentali e titoli finanziari. Prendiamo il petrolio: nel periodo 2008-2014 si è mantenuto sopra i 100 dollari con punte fino a 144 e poi di improvviso è precipitato sotto i 40 dollari tornando a 50 per poi scendere ancora. E questa sarebbe stabilità dei prezzi?
    Non è che la BCE e banche centrali siano indipendenti dai governi, è il contrario: sono i governi a dipendere dalle banche centrali. Il QE ha sostituito la politica fiscale.

    4. “L’utilizzo dell’oro come moneta, storicamente, ha visto due modalità: un primitivo regime di puro metallismo, dove l’unica moneta possibile è il gettone d’oro fisicamente esistente, e regimi di gold standard…”
    Questo sistema esiste solo nella fantasia di De Luigi. Non è mai esisto un sistema basato sulla pura circolazione di monete d’oro e nel cosiddetto monometallismo ossia nel gold coin standard non circolava oro: significava solo che la base monetaria era garantita, in ultima istanza dall’oro: circolavano banconote in quanto titoli di credito convertibili nel metallo (il corso fiduciario del biglietto di banca) e le lettere di cambio, ossia tratte commerciali chiamate anche cambiali reali («real bills») perché riferite a vendite reali fatte a credito. Tramite compensazioni di giroconto (clearing) si sviluppò il mercato del credito e l’oro interveniva per liquidare i saldi. Si vada a vedere la composizione del bilancio della banca d’Inghilterra o della Germania nel 19° secolo: all’attivo ci sono real bill, titoli del governo redimibili in oro e oro fisico che non ha mai superato il 40% dell’attivo del bilancio. Se vuole sapere come il sistema funzionava legga https://www.leoniblog.it/2013/11/02/oro-quello-che-si-deve-sapere-parte-ii-di-gerardo-coco/ che ho scritto nel 2013. Jim Rickards che non è proprio uno sprovveduto e che ha studiato la Storia, scrive, nella prima parte del ultimo best seller, The New Case For Gold, 2016,scrive le stesse cose.

    “Da cosa traggono valore le criptomonete?Semplice: dalla domanda e dall’offerta di criptomoneta e da nient’altro. Chi non lo capisce, non sa cos’è la cripto moneta”
    Qui De Luigi si dà la zappa sui piedi. I bitcoin dipendono solo dalla domanda poiché l’offerta è fissa. Pertanto il loro valore si basa unicamente sull’aspettativa dell’aumento del prezzo e finché dura la convinzione, il loro prezzo aumenterà. Questa è la caratteristica di un investimento speculativo, non del denaro. Il denaro mantiene il valore stabile per misurare quello di tutti gli altri beni: è un numerario.

    “se un giorno si scopre che tutte le miniere d’oro sono completamente esaurite sulla terra, il prezzo dell’oro si impenna, se al contrario si scoprono giacimenti immensi, come è successo in varie epoche storiche, il prezzo si inabissa”.
    Mi citi un solo caso di inabissamento dell’oro in varie epoche storiche. Cerchiamo di essere seri per favore.

    Ma c’è un’omissione grave in tutta la trattazione. De Luigi ignora il tasso di interesse cioè, la differenza tra moneta a pronti e moneta a termine. Come funzionerebbe con i bitcoin? Non funzionerebbe affatto.
    Se il creditore non ha la sicurezza di ricevere in futuro una somma certa e compensata da un premio, non investe in prestiti ma: o tesoreggia nell’aspettativa di un rialzo del valore della moneta; oppure la spende subito nell’aspettativa di un ribasso. Il credito non funzionerebbe mai perché sarebbe impossibile la formazione del suo prezzo! Dunque senza il tasso di interesse, che postula un numerario stabile, non può esistere un mercato dei capitali e quindi l’impossibilità di fare investimenti a breve termine (supermercato) e a lunga (aprire un pozzo petrolifero). La società e la divisione del lavoro andrebbero a farsi friggere.
    La riprova è che già oggi il mercato dei capitali non funziona proprio per un sistema monetario inaffidabile che genera volatilità. Figuriamoci con i bitcoin. Il fatto è che per i loro tifosi esiste solo ebay, Amazon ecc. dove i bitcoin possono trovare applicazione per facilitare i pagamenti. Anche la stessa Amazon, batte moneta che serve a comprare i suoi prodotti e altri, al limite, potrebbero accettarla in pagamento anche senza comperare i suoi prodotti in quanto questi la garantiscono. Torniamo al punto fondamentale: o la moneta è merce o qualcosa in
    quest’ultima convertibile.

    “la criptomoneta ha una dimensione fisica, tangibile, e ha dimensioni enormi, mostruose. Pensiamo a internet: qualcuno crede che sia solo un impulso magnetico o una magia che avviene nell’aria collegando i dispositivi di tutto il mondo? No, internet è una rete immensa, fisicamente esistente, sotto il mare, sulla terra e nel cielo.
    Pensiamo ai datacenter di Google ecc.”
    Questo è delirio. Di Luigi confonde l’organizzazione di un servizio monetario con la moneta stessa! Non si trasferisce l’organizzazione in uno scambio economico.
    Di Luigi aveva così esordito: “Poiché l’economia monetaria non è un’opinione e alcune affermazioni erronee risultano, effettivamente, pura disinformazione, sento l’urgenza di esporre una visione chiara e complessiva del fenomeno “criptovaluta” …
    L’unica visione che ci ha dato è quella della sua impreparazione.

    • Grazie del commento. Rispondo punto per punto:

      1. La moneta fiat e i bitcoin sono volatili, in base alla definzione data qui da Gerardo Coco. Ma la volatilità è un concetto relativo. Quale sistema monetario non sarebbe volatile? Come ho scritto nell’articolo, se guardiamo alle alternative, non possiamo dire che l’euro o il dollaro siano “più” volatili.

      2. D’accordo sulla distinzione fra valore e prezzo. Anche se in genere pago in base a quanto mi aspetto di ottenere, perciò il valore approssimativamente va a coincidere col prezzo. Mi rende poi felice sapere che un’oncia comprava una tunica romana ai tempi e quell’oncia oggi convertita in euro mi compra un vestito di buona qualità. Ma questo fatto in sé non prova nulla: forse anche gli immobili nel 1300 e nel 1400 avevano circa lo stesso prezzo a Firenze, ma questo non può escludere che in mezzo abbia avuto fluttuazioni enormi. Non ho fatto ricerche a riguardo, ma così a sentimento direi che nel 1350 il prezzo degli immobili era crollato (peste nera = molta più offerta e molta meno domanda). L’oro segue le logiche di domanda e offerta come ogni altro bene. Solo la moneta fiat fa eccezione, essendo arbitrariamente determinata in base a un indice dei prezzi.
      Che poi l’oro sia un bene con un valore relativamente stabile nel corso dei secoli, sono d’accordo. Ma dato che, ribadisco, in sistema di ancoraggio all’oro c’era comunque creazione di moneta, tornando a quel sistema non si risolvono problemi di volatilità né i fattori di iniquità del regime fiat. Vendere certificati rappresentativi senza possedere oro non è comportamento specifico degli ETF ai tempi del gold standard, ma di tutte le istituzioni bancarie. Tu stesso nel tuo articolo del 2013 che hai condiviso dici che nel XIX secolo le banche tenevano una riserva del 25-40%. Dal creare moneta al creare troppa moneta il passo è breve!

      3. Il petrolio incide molto sull’indice dei prezzi, circa al 4%. Non avrebbe senso che incidesse di più, altrimenti avremmo un prezzo sempre stabile del petrolio, e del tutto volatile di tutti gli altri beni. Sappiamo che le fluttuazioni del petrolio dipendono in modo molto forte dall’offerta, ma non l’offerta di moneta fiat, l’offerta di petrolio! (soggetta a fluttuazioni anche per motivazioni geopolitiche). Per fortuna, non esiste un mondo dove tutti i beni mantengono sempre lo stesso prezzo. Esisteva! Si chiamava Unione Sovietica!

      4. Prima dell’esistenza delle lettere di cambio e dell’invenzione dei titoli sul sottostante, esisteva un sistema di metallismo, probabilmente misto al baratto. Su questo non c’è dubbio. Altri beni potevano essere usati come moneta, come il sale, ma poco cambia. Il concetto è: esisteva un sistema primitivo in cui non era possibile la creazione di moneta (che fosse oro, argento o sale). Di certo non mi sono inventato io questo regime monetario. Come pensa Coco che abbia avuto origine la moneta?

      Dopodiché, l’uomo si è accorto che non era conveniente spostare grandi quantità di oro (o di sale o qualunque altro bene fosse utilizzato come moneta di scambio) per nave o carovane. Era molto più facile utilizzare lettere di cambio e titoli. Arriviamo quindi alla situazione descritta dall’ottimo articolo del 2013 che Coco ha condiviso. Non c’è nulla in quell’articolo che io non condivida, e se si pensa che io abbia idee diverse, forse c’è stato un equivoco. Come afferma Coco stesso, in quel regime di gold standard la riserva frazionaria si aggirava fra il 25 e il 40% del circolante, quindi c’era creazione di moneta. Non capisco quale sia il regime monetario che mi sarei inventato.

      Infine, dall’articolo di Coco stesso del 2013 si evince benissimo come quel sistema di gold standard fosse fragile, poiché dipendente dalle decisioni arbitrarie degli Stati nazionali. Infatti è un sistema in cui si crea moneta, perciò un sistema in cui è necessario un rapporto di fiducia, perché il titolo su un sottostante non può prescindere dalla fiducia fra due parti, o in una parte terza che funge da arbitro e controllore. E quando questa terza parte (un intermediario importante e in vista) è un requisito necessario per il funzionamento del sistema, allora poco cambia se questo intermediario sia una banca privata o una banca centrale o uno Stato. Nell’articolo di Coco si evince benissimo come quel sistema crolli non appena gli Stati nazionali decidano il bello e il cattivo tempo. Insomma il gold standard presenta le stesse fragilità della moneta fiat, proprio perché – ribadisco – in un sistema in cui si crea moneta, da lì a crearne troppa il passo è breve!

      Mi viene chiesto di citare un periodo storico in cui il prezzo dell’oro è crollato: nel 1850 con le scoperte dei giacimenti in California, che spinsero alcuni paesi ad adottare un sistema argenteo. Il balletto fra oro e argento, monometallismo e bimetallismo della seconda metà del XIX secolo è ben esemplificativo di come il prezzo del metallo sia soggetto a cambiamenti di domanda e offerta come ogni altro bene.

      La digressione sul tasso di interesse di Coco ha senso. Niente che non abbia già trattato nella sezione di economia monetaria di http://www.albertodeluigi.com che sicuramente Coco ancora non ha letto, nonostante i miei ripetuti suggerimenti. Il bitcoin è estremamente volatile per via dei cambiamenti della domanda proprio perché è una moneta nuova ai più sconosciuta. Più che di volatilità, si dovrebbe paralre di un apprezzamento costante, ma fatto di picchi e ricadute. Dato che la domanda è in costante crescita, è questione di tempo affinché il prezzo trovi una sua stabilità. Il prezzo del bitcoin non sarà mai stabile, dato il numero finito di bitcoin a fronte di una domanda sempre crescente nel tempo (per via di aumento di popolazione e produzione mondiali). Quindi il bitcoin sarà sempre destinato ad apprezzarsie e l’oro pure, essendo anch’esso finito – presupponendo che le preferenze non mutino radicalmente (ad esempio se si scopre una nuova criptomoneta migliore del bitcoin o un nuovo metallo migliore dell’oro).
      Quando in futuro la domanda di bitcoin sarà di gran lunga maggiore di oggi e per lo più saturata (quindi meno soggetta a sbalzi per singoli grossi venditori o compratori), il bitcoin potrà essere meglio utilizzato come numerario. Quando l’apprezzamento del bitcoin passerà ad essere più lento e costante e contenuto entro soglie relativamente prevedibili, allora potrà indubbiamente essere calcolato un tasso di interesse sul bitcoin prestato.

  2. Ottimo articolo, interessante. L’unica critica che farei è che non prenderei il caffè come misura della stabilità del valore dell’euro. Se invece del caffè prendessimo il valore delle case anche post sgonfio-bolla, il discorso cambierebbe un po’. In certi paesini fuori Milano le case costavano 50 milioni di lire e oggi, dopo la crisi 100.000 euro.

    • Ciao Andrea,
      grazie del commento. In effetti hai evidenziato un punto importante. C’è una vastissima letteratura sui problemi del calcolo degli immobili nell’indice usato per determinare l’inflazione. Come puoi vedere dal paniere di beni che utilizza la BCE per l’indice HICP, gli immobili non sono calcolati per via diretta (c’è il costo di affitto delle abitazioni): https://www.ecb.europa.eu/stats/prices/hicp/html/hicp_coicop_anr_2016-05.en.html
      Non so di preciso quale sia la motivazione, forse il fatto che il costo degli affitti è considerato già un buon indicatore, magari anche perché nel resto dell’UE l’affitto è preferito alla proprietà più che in Italia.
      Non esisterà mai un indice perfetto e inevitabilmente ci sarà sempre qualche distorsione. È uno dei prezzi da pagare per avere una moneta che sia il più possibile un numerario. Chissà, forse in un futuro migliore la moneta di scambio non sarà il numerario stesso, ma esisterà un numerario dettato da un indice HICP (e forse ci saranno agenzie concorrenti che forniranno indici diversi) e gli scambi in criptomoneta/bitcoin avverranno utilizzando sempre come riferimento quel numerario.

  3. All’autore gioverebbe leggere il recente articolo di Francesco Simoncelli “L’oro è l’unica moneta sonante”.
    Simoncelli che chiamo in causa a difesa dell’oro-moneta.

  4. Non sense:
    – la creazione di moneta attraverso il credito non è possibile con il bitcoin;
    – disquisizioni sulla riserva frazionaria e sull’utilizzo delle liquidità bancarie;
    – riserva al 100% demenziale???
    – “puro metallismo”, mi sembra che la riserva al 100% con olio, petrolio e qualsiasi bene fungibile funzioni alla grande…

    Ma solo in Italia tutti sono allenatori calcio, esperti di economia….insomma cialtroni monetari

    Lasciamo stare: A scuola di Economia, sciò!

    • Ciao Henry,
      ti ringrazio per il tuo commento dotto e ragionato, ricco di spunti ben argomentati. Fai proprio bene a consigliare un po’ di scuola di Economia, tutti hanno sempre qualcosa da imparare. Soprattutto nel tuo caso specifico! Consiglio di farti un po’ le ossa qui, tanto per cominciare: http://www.albertodeluigi.com
      Grazie e a presto!
      Alberto

      ps: dovresti leggere con più attenzione: “la creazione di moneta attraverso il credito” è sì possibile in regime di bitcoin, ma come ho ben specificato nell’articolo, NON la creazione di bitcoin! Se un exchange acquista da te 600 euro e sul tuo account sull’exchange compare 1btc in più, non è detto che l’exchange ti abbia trasferito davvero 1btc. Potrebbe aver investito i 600 euro e mai acquistato 1btc, che otterrai realmente solo quando sposterai 1btc dal tuo account sull’exchange a un altro indirizzo. Questa è effettivamente creazione di moneta, ma nessun bitcoin è stato creato. Piuttosto.. sei tu che ti sei fatto fregare dall’exchange!

  5. «La moneta fiat non ha altre applicazioni se non come mezzo di scambio» …
    «mentre l’oro è un pur sempre un materiale che ha vari utilizzi industriali o come bene di lusso».

    Non sarei così’ d’accordo. L’oro era moneta, cioè mezzo di scambio, anche quando l’industria era di là da venire e affiancava questo aspetto all’essere considerato un bene di lusso.

    Perchè l’umanità del denaro a corso forzoso, quando sente “puzza di bruciato” fa incetta d’oro? Perchè è di lusso? Perchè aumenta la quantità assorbita dall’industria? Non credo.

    Fa incetta d’oro perchè “sente” che in caso di tsunami l’oro tornerà ad essere “l’esperanto delle monete”. L’oro infatti è denaro, è moneta. Il suo valore come ingrediente industriale o monile è, a mio parere, l’aspetto meno significativo.

    Le criptovalute si candidano a diventare l’esperanto del denaro. Ne hanno buoni requisiti tecnici. Resta da vedere se l’umanità vorrà imparare questa nuova lingua. Personalmente ne sarei molto contento.

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