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Tra le once d’oro e i bitcoin sceglierei sicuramente i secondi

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bitcoin9di ALBERTO DE LUIGI

Mi intrometto nell’acceso dibattito fra Gerardo Coco e Giovanni Birindelli (la critica di Coco alla criptomoneta [1], la risposta di Birindelli [2] e il dibattito successivo [3], [4]) poiché purtroppo si sta facendo molta confusione sul tema, confusione che riscontro anche e soprattutto nei lettori. Poiché l’economia monetaria non è un’opinione e alcune affermazioni erronee risultano, effettivamente, pura disinformazione, sento l’urgenza di esporre una visione chiara e complessiva del fenomeno “criptovaluta”.

Anzitutto devo contraddire Coco, che erroneamente ribadisce più volte che le criptovalute sono – cito alla lettera – “volatili perché traggono il loro valore dalle valute inconvertibili esistenti che sono volatili proprio perché, al pari delle criptovalute, non sono il prodotto del mercato”. Da questa affermazione è chiaro che Coco non ha compreso cosa sia una criptomoneta dal punto di vista tecnico, ma forse soffre anche di qualche lacuna in teoria monetaria, infatti:

  • Le criptovalute sono volatili, ma non perché traggono il loro valore dalle valute fiat. Le criptovalute non traggono assolutamente il loro valore dalle valute fiat.
  • Se anche traessero il loro valore dalle valute fiat, non si spiega perché sarebbero volatili. Infatti, dire che la moneta fiat sia volatile è, se non sbagliato, almeno impreciso, come vedremo.

Tralasciando momentaneamente il punto 1 che si analizzerà più avanti, bisogna sfatare il mito, molto diffuso soprattutto fra i partigiani della scuola austriaca, che la moneta fiat sia volatile. Attenzione, nel corso dell’articolo avanzerò affermazioni che a prima vista appaiono molto controverse, ma prego il lettore di leggere l’articolo per intero, sono sicuro che gran parte delle obiezioni che mi potrebbero essere mosse siano già qui affrontante e discusse.

Il sistema di valuta fiat ha tanti difetti, ma fra questi la volatilità non è decisamente il più preoccupante. Anzitutto, volatile rispetto a cosa? Rispetto alla criptomoneta allo stato attuale no di certo. Volatile rispetto all’oro? Non proprio. È vero che ci sono stati periodi storici in cui la valuta fiat è stata soggetta a iperinflazione e in quei periodi storici era senz’altro più volatile dell’oro. Ma un regime di moneta fiat come quello della BCE o della FED di oggi “batte” decisamente l’oro in quanto a stabilità dei prezzi. L’oro valeva 10 euro al grammo nel 2002 e circa 40 euro al grammo nel 2012, è cioè quadruplicato [5]. Se l’euro fosse quadruplicato nello stesso periodo non c’è dubbio che avremmo già cambiato sistema monetario. Qualcuno potrebbe dire che in base a quanto appena detto, non è l’oro ad essere quadruplicato, ma l’euro che vale quattro volte meno. Non è così, perché con 1 un grammo d’oro si compravano 40 caffè nel 2012 e solo 10 nel 2002; il caffé invece, lo si pagava all’incirca 1 euro nel 2012 come nel 2002 (si potrebbe fare lo stesso esempio con l’acqua, il pane o gran parte dei beni più comuni).

È vero che potenzialmente, per una decisione politica presa del tutto arbitrariamente da alcuni burocrati, la moneta fiat potrebbe diventare molto più volatile dell’oro o dell’argento, ma questa è l’ultima delle nostre preoccupazioni. Infatti il regime di valuta fiat vigente, con una BCE indipendente – almeno formalmente – dagli stati nazionali, ha come primo scopo la stabilità dei prezzi (per essere più precisi, la stabilità del valore dell’euro rispetto agli altri beni). Questo non solo è il primo obiettivo della BCE (articolo 127, paragrafo 1, del Trattato [6]) ma è anche un obiettivo (forse l’unico) che per tutta la sua esistenza ha conseguito con discreto successo. È innegabile che il sistema monetario attuale sia senza dubbio evoluto rispetto a sistemi di valuta fiat in cui la Banca Centrale era una succursale del Tesoro. Questo non significa che il regime di valuta fiat sia il sistema più evoluto che la civiltà umana abbia a disposizione dal punto di vista tecnico, dato che rimane pur sempre un sistema socialmente iniquo e tecnologicamente primitivo rispetto alla criptovaluta.

Analizzare lo storico del prezzo dell’euro rispetto all’oro non deve essere certamente l’unico metro con cui valutare la moneta fiat. Infatti non possiamo escludere che la BCE subisca pressioni politiche tali da indurla a deviare dal proprio obiettivo primario. Il che, potenzialmente, comporta che la volatilità della moneta fiat sia molto maggiore di quanto appare oggi. Ma se guardiamo alla situazione potenziale, anche l’oro può subire fluttuazioni molto marcate: se un giorno si scopre che tutte le miniere d’oro sono completamente esaurite sulla terra, il prezzo dell’oro si impenna, se al contrario si scoprono giacimenti immensi, come è successo in varie epoche storiche, il prezzo si inabissa. Se si trova un migliore sostituto dell’oro per le applicazioni industriali, o se Birindelli convince tutti i cinesi che la criptovaluta è la moneta del futuro, il prezzo dell’oro cala, viceversa invece se è Coco a convincerli che è l’oro il futuro, e così via. Non possiamo dire con certezza a priori quale sia il sistema più stabile nel tempo.

La domanda di oro, esattamente come la domanda di moneta fiat, è sempre e comunque soggettiva, ovvero dipendente dal desiderio e dalla richiesta dei soggetti che la compongono. Tuttavia una componente molto forte della domanda di moneta fiat è dovuta alle tasse. Pagando le tasse in euro, i cittadini domandano euro, ed essendo questa componente della domanda complessiva preponderante e relativamente stabile nel tempo, contribuisce a mantenere stabile il prezzo dell’euro di fronte ad altri cambiamenti nella domanda, come le mutate preferenze dei consumatori, che impattano quindi in misura relativamente minore sulla domanda complessiva. La stabilità del prezzo dipende ovviamente non solo dalla domanda, ma anche dall’offerta. Nel caso dell’oro dipende dal costo di estrazione e dalla quantità disponibile sul pianeta, mentre nel caso della moneta fiat, l’offerta è puramente arbitraria ed è volta, come abbiamo visto, ad assecondare la domanda al fine di mantenere i prezzi stabili.

oro ciproQuest’ultimo fatto, a detta dei detrattori della valuta fiat, è il suo tallone d’achille: mentre l’oro è pur sempre un materiale che ha vari utilizzi industriali o come bene di lusso, la moneta fiat non ha altre applicazioni se non come mezzo di scambio, riserva di valore e dilazione dei pagamenti. Questo non significa che la moneta fiat non abbia valore, altrimenti non sarebbe domandata né utilizzata, bensì ha valore solo come mezzo di scambio e non ha altro valore al di fuori di questo utilizzo. Si può pensare che l’attuale regime monetario presto o tardi subirà un tracollo a causa dei numerosi scompensi (fra cui l’elevato debito pubblico degli stati nazionali) e che di conseguenza, a fronte di un crollo sistemico, mancando un “valore intrinseco” la valuta fiat diventerebbe infinitamente più volatile di quanto potrà mai essere l’oro. Questo scenario potrebbe verificarsi, ma a questo punto non stiamo parlando del regime di moneta fiat a livello teorico, ma di una nostra previsione (comunque opinabile) su quello che potrebbe succedere quando un regime di valuta fiat è applicato nei modi e nelle circostanze specifiche in cui ci troviamo ora, che sono molto particolari (debiti pubblici esorbitanti, politiche monetarie espansive ecc.). Forse queste circostanze sono sempre e comunque inevitabili quando si tratta di regimi di valuta fiat, quindi non possiamo distinguere la teoria dalla pratica. Ma se questo discorso circostanziato alla realtà fattuale vale per la moneta fiat, allora deve valere anche per l’oro. Ed è qui che viene il bello.

L’utilizzo dell’oro come moneta, storicamente, ha visto due modalità: un primitivo regime di puro metallismo, dove l’unica moneta possibile è il gettone d’oro fisicamente esistente, e regimi di gold standard. Quello che chiamo regime di “puro metallismo” non ammette una riserva frazionaria, ma è chiaro a chiunque che non è un sistema efficiente né praticabile in un’economia moderna, per la lentezza esasperante e i costi elevatissimi delle transazioni.

Un sistema più evoluto è il gold standard, in cui tuttavia, storicamente, avveniva creazione di moneta mediante il credito esattamente come avviene in un sistema fiat. I fanatici della “riserva frazionaria” al 100% non dovrebbero parlare di “ritorno” al gold standard, ma piuttosto dovrebbero provare a concepire un nuovo sistema di ancoraggio all’oro che storicamente non è mai esistito. Se anche fosse teoricamente pensabile, l’attuazione di un nuovo sistema di questo tipo è oggi fuori portata. Inoltre a chi spetterebbe la decisione di quanto deve ammontare la riserva frazionaria? Una riserva del 100% non sarebbe una soluzione auspicabile, ma un’imposizione demenziale da parte di un’autorità centrale anche peggiore delle moderne banche centrali. Infatti in un regime di libero mercato, a prescindere che sia gold standard o valuta fiat, le banche creano moneta mediante il credito e tengono una riserva frazionaria in base a come ritengono più conveniente, ponderando rischi e benifici. Il problema odierno non è la creazione di moneta in un contesto di libero mercato, bensì l’intervento di un prestatore di ultima istanza che inonda di liquidità questo mercato, permettendo alle banche commerciali di tenere una riserva frazionaria minore di quanto accadrebbe in libero mercato. E questo accade e accadeva in regime di gold standard tanto quanto in regime di valuta fiat. Il problema non è quindi l’ancoraggio o meno all’oro, ma la politica (o forse l’esistenza stessa) della banca centrale.

Oltre all’intervento della banca centrale, c’è un altro fattore che permette alle banche commerciali di tenere una riserva frazionaria tanto piccola: i limiti imposti dagli stati nazionali all’uso del contante. Come sappiamo, il contante è l’unica moneta che possediamo davvero. Quanto risulta sul conto in banca infatti è un prestito che abbiamo fatto alla banca. La banca è tenuta a restituirci quei soldi semplicemente come un debitore è obbligato verso il creditore e, finché rimangono sul conto, quei soldi sono a tutti gli effetti di proprietà della banca. Se abbiamo risparmi, non potendo spendere il contante oltre i sempre più rigidi limiti imposti dagli stati nazionali, non possiamo fare altro che tenerli sul conto. Questo permette alle banche commerciali di pagare un tasso di interesse nullo sul denaro che prestiamo alla banca e di avere liquidità disponibile a costo zero per investire nelle sue attività, speculandoci e mettendolo a rischio i “nostri” soldi.

Non sono solo i limiti al contante a incentivare l’utilizzo della banca come intermediario, ma anche la natura stessa della moneta cartacea: senza utilizzare le banche e scambiando solo banconote, ci ritroveremmo a spedire o ricevere pacchi di banconote ogni qual volta facciamo un acquisto a distanza, il che è ovviamente scomodo, costoso e molto rischioso.

La criptomoneta risolve tutto in un colpo solo. Transazioni sicure, veloci e a basso costo. La creazione di moneta attraverso il credito non è possibile, o almeno, non la creazione di bitcoin. Se con la criptomoneta appropriarsi dei propri soldi è possibile con un semplice click, nel caso della valuta fiat siamo costretti a tenere i soldi presso l’intermediario, salvo riempire di banconote il materasso. L’argomentazione centrale a favore del bitcoin non è tanto che la criptomoneta sia un sistema perfetto di libero mercato, che non ha effetti redistributivi e distorsivi dell’economia, ma piuttosto che la criptomoneta è l’unico sistema monetario conosciuto e nei fatti realizzato in cui l’individuo è il reale e unico possessore dei propri soldi (escluso il primitivo metallismo, totalmente inefficiente per un’economia moderna).

Money chainedDetto ciò, dobbiamo ancora rispondere al punto 1) lasciato in sospeso: da cosa traggono valore le criptomonete? Semplice: dalla domanda e dall’offerta di criptomoneta e da nient’altro. Chi non lo capisce, non sa cos’è la criptomoneta. Finché c’è una domanda e un’offerta, non importa se la criptomoneta sia solo un impulso magnetico o una formula matematica da ricordare. Ma se davvero importasse, allora si sappia che la criptomoneta non è affatto solo un impulso magnetico o una formula matematica. E non solo perché ha numerose applicazioni nell’ambito industriale, tecnico e scientifico. Non solo perché ci sono aziende che pagano per utilizzare la tecnologia blockchain. Bensì perché la criptomoneta ha una dimensione fisica, tangibile, e ha dimensioni enormi, mostruose. Pensiamo a internet: qualcuno crede che sia solo un impulso magnetico o una magia che avviene nell’aria collegando i dispositivi di tutto il mondo? No, interent è una rete immensa, fisicamente esistente, sotto il mare, sulla terra e nel cielo. Pensiamo ai datacenter di Google: giganteschi edifici che sembrano possibili solo in un film di fantascienza. Ebbene, si sappia che tutta la potenza di calcolo di Google, che necessita di terreni, materiali, know-how, investimenti e personale, non è nemmeno l’1% della potenza di calcolo dei miners che sostengono la rete bitcoin [7], creando blocchi e validando le transazioni. La potenza di calcolo del sistema bitcoin non è accentrata in pochi posti specifici, come quella di Google, eppure è qui, nel mondo, occupa spazio fisico, è stata acquistata impiegando lavoro, fatica, beni materiali. Chi ci racconta che il bitcoin è solo un impulso magnetico vincolato al valore della moneta fiat non ha capito davvero niente.

Finisco rispondendo alla domanda provocatoria di Gerardo Coco: posto di fronte alla scelta tra un portafoglio di “impulsi magnetici” e uno di once d’oro, quale sceglierei? Non ho dubbi, io scelgo quello di impulsi magnetici. E si badi, scelgo gli impulsi magnetici anche se si tratta di moneta fiat, che in effetti non è altro che impulso magnetico (eccetto quella piccola percentuale di circolante costituita dalle banconote). Piuttosto, rigiro la domanda a Coco: “Se potessi decidere, da domani preferiresti che il tuo datore di lavoro ti pagasse in once d’oro o che continuasse a ricaricarti il conto in banca?”.

Le istituzioni monetarie hanno visto una costante evoluzione nella storia, e le criptomonete attuali sono ancora sistemi imperfetti, ma presto saranno pronte a segnare il prossimo step evolutivo, affiancando e poi sostituendo il regime vigente. Per approfondire e comprendere meglio tutte le tematiche qui accennate, rimando alla sezione “Economia monetaria” del mio blog www.albertodeluigi.com, in cui ogni tema è spiegato in modo semplice e chiaro, a partire dal sistema del credito e della creazione di moneta in diversi regimi monetari (gold standard, valuta fiat, bitcoin). Per scoprire cos’è il bitcoin a livello tecnico e le implicazioni sociali ed economiche, si esplori la sezione “Bitcoin”.

Grazie dell’attenzione!

NOTE:

[1] https://www.miglioverde.eu/bitcoin-criptovalute-denaro-non-puo-unentita-matematica/

[2] https://www.miglioverde.eu/bitcoin-son-soldi-veri-altro-teoria-quantitativa-della-moneta/

[3] https://www.miglioverde.eu/caro-birindelli-forse-bitcoin-non-alcun-senso-economico/

[4] https://www.miglioverde.eu/caro-coco-sui-bitcoin-sbagli-ancor-piu-quel-pensavo/

[5] https://oro.bullionvault.it/Prezzo-Oro.do

[6] Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea: Gazzetta ufficiale n. C 326 del 26/10/2012, si veda http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A12012E%2FTXT

“Articolo 127 (ex articolo 105 del TCE)

  1. L’obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali, in appresso denominato “SEBC”, è il mantenimento della stabilità dei prezzi.”

[7] Michael Crosby, Nachiappan, Pradhan Pattanayak, Sanjeev Verma, Vignesh Kalyanaraman, Blockchain: Beyond Bitcoin, Sutardja Center for Entepreneurship & Technology, Berkeley University of California; vedi anche https://www.cryptocoinsnews.com/bitcoin-100-times-powerful-google/

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12 COMMENTS

  1. ALBERTO DE LUIGI afferma che “Coco non ha compreso cosa sia una criptomoneta dal punto di vista tecnico, ma forse soffre anche di qualche lacuna in teoria monetaria”. Può darsi che mi sfugga qualcosa di tecnico ma non arrivo a confondere una innovazione tecnica con ciò che è moneta. E tanto basterebbe. Quanto alle lacune monetarie vediamo ora se non ne ha De Luigi.

    1.”Il sistema di valuta fiat ha tanti difetti, ma fra questi la volatilità non è decisamente il più preoccupante. Anzitutto, volatile rispetto a cosa?”
    Volatilità significa repentini e imprevedibili variazioni dei prezzi (valute, titoli, materie prime). Siccome tutto è prezzato nelle valute attuali, volatili lo sono pure i bitcoin. Oggi la volatilità (sinonimo di incertezza) è talmente forte che l’economie non funzionano. Di Luigi non se preoccupa perché non ne conosce gli effetti. In un ambiente volatile prospera solo la speculazione, bitcoin compresi. Derivati, carry trade et similia che hanno reso il sistema una polveriera, sono proprio conseguenza della volatilità, dovuta a sua volta a un sistema monetario inaffidabile. Volatilità significa anche illiquidità. Lo spiegato in decine di articoli e non mi sto a ripetere. Pensare che la panacea al disordine monetario sia una « non cosa», come ho definito i bitcoin, è risibile.

    2. “Ma un regime di moneta fiat come quello della BCE o della FED di oggi “batte” decisamente l’oro in quanto a stabilità dei prezzi. L’oro valeva 10 euro al grammo nel 2002 e circa 40 euro al grammo nel 2012, è cioè quadruplicato”
    Innanzi tutto il valore delle cose non è il loro prezzo. il prezzo è ciò che pago, il valore è ciò che ottengo. Se assumo un impiegato, pago lo stipendio, il valore è il suo rendimento. Pago per un’azione quotata ma il valore è il dividendo. Il valore è un rapporto in cui il numeratore sono benefici e il denominatore il prezzo. Il valore dell’oro non è il suo prezzo. L’oro è prima di tutto una polizza assicurativa contro i collassi valutari e dei governi. Il beneficio è la preservazione del valore. Una tunica al tempo dei romani valeva un’oncia pressappoco il valore di un abito oggi di buona qualità. Di Luigi, inoltre ignora la manipolazione dell’oro (che lui scambia per instabilità), ad opera degli ETF ossia i fondi che vendono non oro fisico ma certificati rappresentativi senza possederlo; certificati che sono un multiplo dell’oro fisico. Ovvio che emettendo certificati l’offerta aumenta facendo calare il prezzo. I cinesi, che non sono fessi, ne hanno approfittato per comprarlo a prezzi stracciati.

    3. ..ma questa è l’ultima delle nostre preoccupazioni. Infatti il regime di valuta fiat vigente, con una BCE indipendente – almeno formalmente – dagli stati nazionali, ha come primo scopo la stabilità dei prezzi”…
    Di quali prezzi parla Di Luigi? Il denaro non serve solo a comprare beni di consumo ma anche materie prime beni strumentali e titoli finanziari. Prendiamo il petrolio: nel periodo 2008-2014 si è mantenuto sopra i 100 dollari con punte fino a 144 e poi di improvviso è precipitato sotto i 40 dollari tornando a 50 per poi scendere ancora. E questa sarebbe stabilità dei prezzi?
    Non è che la BCE e banche centrali siano indipendenti dai governi, è il contrario: sono i governi a dipendere dalle banche centrali. Il QE ha sostituito la politica fiscale.

    4. “L’utilizzo dell’oro come moneta, storicamente, ha visto due modalità: un primitivo regime di puro metallismo, dove l’unica moneta possibile è il gettone d’oro fisicamente esistente, e regimi di gold standard…”
    Questo sistema esiste solo nella fantasia di De Luigi. Non è mai esisto un sistema basato sulla pura circolazione di monete d’oro e nel cosiddetto monometallismo ossia nel gold coin standard non circolava oro: significava solo che la base monetaria era garantita, in ultima istanza dall’oro: circolavano banconote in quanto titoli di credito convertibili nel metallo (il corso fiduciario del biglietto di banca) e le lettere di cambio, ossia tratte commerciali chiamate anche cambiali reali («real bills») perché riferite a vendite reali fatte a credito. Tramite compensazioni di giroconto (clearing) si sviluppò il mercato del credito e l’oro interveniva per liquidare i saldi. Si vada a vedere la composizione del bilancio della banca d’Inghilterra o della Germania nel 19° secolo: all’attivo ci sono real bill, titoli del governo redimibili in oro e oro fisico che non ha mai superato il 40% dell’attivo del bilancio. Se vuole sapere come il sistema funzionava legga https://www.leoniblog.it/2013/11/02/oro-quello-che-si-deve-sapere-parte-ii-di-gerardo-coco/ che ho scritto nel 2013. Jim Rickards che non è proprio uno sprovveduto e che ha studiato la Storia, scrive, nella prima parte del ultimo best seller, The New Case For Gold, 2016,scrive le stesse cose.

    “Da cosa traggono valore le criptomonete?Semplice: dalla domanda e dall’offerta di criptomoneta e da nient’altro. Chi non lo capisce, non sa cos’è la cripto moneta”
    Qui De Luigi si dà la zappa sui piedi. I bitcoin dipendono solo dalla domanda poiché l’offerta è fissa. Pertanto il loro valore si basa unicamente sull’aspettativa dell’aumento del prezzo e finché dura la convinzione, il loro prezzo aumenterà. Questa è la caratteristica di un investimento speculativo, non del denaro. Il denaro mantiene il valore stabile per misurare quello di tutti gli altri beni: è un numerario.

    “se un giorno si scopre che tutte le miniere d’oro sono completamente esaurite sulla terra, il prezzo dell’oro si impenna, se al contrario si scoprono giacimenti immensi, come è successo in varie epoche storiche, il prezzo si inabissa”.
    Mi citi un solo caso di inabissamento dell’oro in varie epoche storiche. Cerchiamo di essere seri per favore.

    Ma c’è un’omissione grave in tutta la trattazione. De Luigi ignora il tasso di interesse cioè, la differenza tra moneta a pronti e moneta a termine. Come funzionerebbe con i bitcoin? Non funzionerebbe affatto.
    Se il creditore non ha la sicurezza di ricevere in futuro una somma certa e compensata da un premio, non investe in prestiti ma: o tesoreggia nell’aspettativa di un rialzo del valore della moneta; oppure la spende subito nell’aspettativa di un ribasso. Il credito non funzionerebbe mai perché sarebbe impossibile la formazione del suo prezzo! Dunque senza il tasso di interesse, che postula un numerario stabile, non può esistere un mercato dei capitali e quindi l’impossibilità di fare investimenti a breve termine (supermercato) e a lunga (aprire un pozzo petrolifero). La società e la divisione del lavoro andrebbero a farsi friggere.
    La riprova è che già oggi il mercato dei capitali non funziona proprio per un sistema monetario inaffidabile che genera volatilità. Figuriamoci con i bitcoin. Il fatto è che per i loro tifosi esiste solo ebay, Amazon ecc. dove i bitcoin possono trovare applicazione per facilitare i pagamenti. Anche la stessa Amazon, batte moneta che serve a comprare i suoi prodotti e altri, al limite, potrebbero accettarla in pagamento anche senza comperare i suoi prodotti in quanto questi la garantiscono. Torniamo al punto fondamentale: o la moneta è merce o qualcosa in
    quest’ultima convertibile.

    “la criptomoneta ha una dimensione fisica, tangibile, e ha dimensioni enormi, mostruose. Pensiamo a internet: qualcuno crede che sia solo un impulso magnetico o una magia che avviene nell’aria collegando i dispositivi di tutto il mondo? No, internet è una rete immensa, fisicamente esistente, sotto il mare, sulla terra e nel cielo.
    Pensiamo ai datacenter di Google ecc.”
    Questo è delirio. Di Luigi confonde l’organizzazione di un servizio monetario con la moneta stessa! Non si trasferisce l’organizzazione in uno scambio economico.
    Di Luigi aveva così esordito: “Poiché l’economia monetaria non è un’opinione e alcune affermazioni erronee risultano, effettivamente, pura disinformazione, sento l’urgenza di esporre una visione chiara e complessiva del fenomeno “criptovaluta” …
    L’unica visione che ci ha dato è quella della sua impreparazione.

    • Grazie del commento. Rispondo punto per punto:

      1. La moneta fiat e i bitcoin sono volatili, in base alla definzione data qui da Gerardo Coco. Ma la volatilità è un concetto relativo. Quale sistema monetario non sarebbe volatile? Come ho scritto nell’articolo, se guardiamo alle alternative, non possiamo dire che l’euro o il dollaro siano “più” volatili.

      2. D’accordo sulla distinzione fra valore e prezzo. Anche se in genere pago in base a quanto mi aspetto di ottenere, perciò il valore approssimativamente va a coincidere col prezzo. Mi rende poi felice sapere che un’oncia comprava una tunica romana ai tempi e quell’oncia oggi convertita in euro mi compra un vestito di buona qualità. Ma questo fatto in sé non prova nulla: forse anche gli immobili nel 1300 e nel 1400 avevano circa lo stesso prezzo a Firenze, ma questo non può escludere che in mezzo abbia avuto fluttuazioni enormi. Non ho fatto ricerche a riguardo, ma così a sentimento direi che nel 1350 il prezzo degli immobili era crollato (peste nera = molta più offerta e molta meno domanda). L’oro segue le logiche di domanda e offerta come ogni altro bene. Solo la moneta fiat fa eccezione, essendo arbitrariamente determinata in base a un indice dei prezzi.
      Che poi l’oro sia un bene con un valore relativamente stabile nel corso dei secoli, sono d’accordo. Ma dato che, ribadisco, in sistema di ancoraggio all’oro c’era comunque creazione di moneta, tornando a quel sistema non si risolvono problemi di volatilità né i fattori di iniquità del regime fiat. Vendere certificati rappresentativi senza possedere oro non è comportamento specifico degli ETF ai tempi del gold standard, ma di tutte le istituzioni bancarie. Tu stesso nel tuo articolo del 2013 che hai condiviso dici che nel XIX secolo le banche tenevano una riserva del 25-40%. Dal creare moneta al creare troppa moneta il passo è breve!

      3. Il petrolio incide molto sull’indice dei prezzi, circa al 4%. Non avrebbe senso che incidesse di più, altrimenti avremmo un prezzo sempre stabile del petrolio, e del tutto volatile di tutti gli altri beni. Sappiamo che le fluttuazioni del petrolio dipendono in modo molto forte dall’offerta, ma non l’offerta di moneta fiat, l’offerta di petrolio! (soggetta a fluttuazioni anche per motivazioni geopolitiche). Per fortuna, non esiste un mondo dove tutti i beni mantengono sempre lo stesso prezzo. Esisteva! Si chiamava Unione Sovietica!

      4. Prima dell’esistenza delle lettere di cambio e dell’invenzione dei titoli sul sottostante, esisteva un sistema di metallismo, probabilmente misto al baratto. Su questo non c’è dubbio. Altri beni potevano essere usati come moneta, come il sale, ma poco cambia. Il concetto è: esisteva un sistema primitivo in cui non era possibile la creazione di moneta (che fosse oro, argento o sale). Di certo non mi sono inventato io questo regime monetario. Come pensa Coco che abbia avuto origine la moneta?

      Dopodiché, l’uomo si è accorto che non era conveniente spostare grandi quantità di oro (o di sale o qualunque altro bene fosse utilizzato come moneta di scambio) per nave o carovane. Era molto più facile utilizzare lettere di cambio e titoli. Arriviamo quindi alla situazione descritta dall’ottimo articolo del 2013 che Coco ha condiviso. Non c’è nulla in quell’articolo che io non condivida, e se si pensa che io abbia idee diverse, forse c’è stato un equivoco. Come afferma Coco stesso, in quel regime di gold standard la riserva frazionaria si aggirava fra il 25 e il 40% del circolante, quindi c’era creazione di moneta. Non capisco quale sia il regime monetario che mi sarei inventato.

      Infine, dall’articolo di Coco stesso del 2013 si evince benissimo come quel sistema di gold standard fosse fragile, poiché dipendente dalle decisioni arbitrarie degli Stati nazionali. Infatti è un sistema in cui si crea moneta, perciò un sistema in cui è necessario un rapporto di fiducia, perché il titolo su un sottostante non può prescindere dalla fiducia fra due parti, o in una parte terza che funge da arbitro e controllore. E quando questa terza parte (un intermediario importante e in vista) è un requisito necessario per il funzionamento del sistema, allora poco cambia se questo intermediario sia una banca privata o una banca centrale o uno Stato. Nell’articolo di Coco si evince benissimo come quel sistema crolli non appena gli Stati nazionali decidano il bello e il cattivo tempo. Insomma il gold standard presenta le stesse fragilità della moneta fiat, proprio perché – ribadisco – in un sistema in cui si crea moneta, da lì a crearne troppa il passo è breve!

      Mi viene chiesto di citare un periodo storico in cui il prezzo dell’oro è crollato: nel 1850 con le scoperte dei giacimenti in California, che spinsero alcuni paesi ad adottare un sistema argenteo. Il balletto fra oro e argento, monometallismo e bimetallismo della seconda metà del XIX secolo è ben esemplificativo di come il prezzo del metallo sia soggetto a cambiamenti di domanda e offerta come ogni altro bene.

      La digressione sul tasso di interesse di Coco ha senso. Niente che non abbia già trattato nella sezione di economia monetaria di http://www.albertodeluigi.com che sicuramente Coco ancora non ha letto, nonostante i miei ripetuti suggerimenti. Il bitcoin è estremamente volatile per via dei cambiamenti della domanda proprio perché è una moneta nuova ai più sconosciuta. Più che di volatilità, si dovrebbe paralre di un apprezzamento costante, ma fatto di picchi e ricadute. Dato che la domanda è in costante crescita, è questione di tempo affinché il prezzo trovi una sua stabilità. Il prezzo del bitcoin non sarà mai stabile, dato il numero finito di bitcoin a fronte di una domanda sempre crescente nel tempo (per via di aumento di popolazione e produzione mondiali). Quindi il bitcoin sarà sempre destinato ad apprezzarsie e l’oro pure, essendo anch’esso finito – presupponendo che le preferenze non mutino radicalmente (ad esempio se si scopre una nuova criptomoneta migliore del bitcoin o un nuovo metallo migliore dell’oro).
      Quando in futuro la domanda di bitcoin sarà di gran lunga maggiore di oggi e per lo più saturata (quindi meno soggetta a sbalzi per singoli grossi venditori o compratori), il bitcoin potrà essere meglio utilizzato come numerario. Quando l’apprezzamento del bitcoin passerà ad essere più lento e costante e contenuto entro soglie relativamente prevedibili, allora potrà indubbiamente essere calcolato un tasso di interesse sul bitcoin prestato.

  2. Ottimo articolo, interessante. L’unica critica che farei è che non prenderei il caffè come misura della stabilità del valore dell’euro. Se invece del caffè prendessimo il valore delle case anche post sgonfio-bolla, il discorso cambierebbe un po’. In certi paesini fuori Milano le case costavano 50 milioni di lire e oggi, dopo la crisi 100.000 euro.

    • Ciao Andrea,
      grazie del commento. In effetti hai evidenziato un punto importante. C’è una vastissima letteratura sui problemi del calcolo degli immobili nell’indice usato per determinare l’inflazione. Come puoi vedere dal paniere di beni che utilizza la BCE per l’indice HICP, gli immobili non sono calcolati per via diretta (c’è il costo di affitto delle abitazioni): https://www.ecb.europa.eu/stats/prices/hicp/html/hicp_coicop_anr_2016-05.en.html
      Non so di preciso quale sia la motivazione, forse il fatto che il costo degli affitti è considerato già un buon indicatore, magari anche perché nel resto dell’UE l’affitto è preferito alla proprietà più che in Italia.
      Non esisterà mai un indice perfetto e inevitabilmente ci sarà sempre qualche distorsione. È uno dei prezzi da pagare per avere una moneta che sia il più possibile un numerario. Chissà, forse in un futuro migliore la moneta di scambio non sarà il numerario stesso, ma esisterà un numerario dettato da un indice HICP (e forse ci saranno agenzie concorrenti che forniranno indici diversi) e gli scambi in criptomoneta/bitcoin avverranno utilizzando sempre come riferimento quel numerario.

  3. All’autore gioverebbe leggere il recente articolo di Francesco Simoncelli “L’oro è l’unica moneta sonante”.
    Simoncelli che chiamo in causa a difesa dell’oro-moneta.

  4. Non sense:
    – la creazione di moneta attraverso il credito non è possibile con il bitcoin;
    – disquisizioni sulla riserva frazionaria e sull’utilizzo delle liquidità bancarie;
    – riserva al 100% demenziale???
    – “puro metallismo”, mi sembra che la riserva al 100% con olio, petrolio e qualsiasi bene fungibile funzioni alla grande…

    Ma solo in Italia tutti sono allenatori calcio, esperti di economia….insomma cialtroni monetari

    Lasciamo stare: A scuola di Economia, sciò!

    • Ciao Henry,
      ti ringrazio per il tuo commento dotto e ragionato, ricco di spunti ben argomentati. Fai proprio bene a consigliare un po’ di scuola di Economia, tutti hanno sempre qualcosa da imparare. Soprattutto nel tuo caso specifico! Consiglio di farti un po’ le ossa qui, tanto per cominciare: http://www.albertodeluigi.com
      Grazie e a presto!
      Alberto

      ps: dovresti leggere con più attenzione: “la creazione di moneta attraverso il credito” è sì possibile in regime di bitcoin, ma come ho ben specificato nell’articolo, NON la creazione di bitcoin! Se un exchange acquista da te 600 euro e sul tuo account sull’exchange compare 1btc in più, non è detto che l’exchange ti abbia trasferito davvero 1btc. Potrebbe aver investito i 600 euro e mai acquistato 1btc, che otterrai realmente solo quando sposterai 1btc dal tuo account sull’exchange a un altro indirizzo. Questa è effettivamente creazione di moneta, ma nessun bitcoin è stato creato. Piuttosto.. sei tu che ti sei fatto fregare dall’exchange!

  5. «La moneta fiat non ha altre applicazioni se non come mezzo di scambio» …
    «mentre l’oro è un pur sempre un materiale che ha vari utilizzi industriali o come bene di lusso».

    Non sarei così’ d’accordo. L’oro era moneta, cioè mezzo di scambio, anche quando l’industria era di là da venire e affiancava questo aspetto all’essere considerato un bene di lusso.

    Perchè l’umanità del denaro a corso forzoso, quando sente “puzza di bruciato” fa incetta d’oro? Perchè è di lusso? Perchè aumenta la quantità assorbita dall’industria? Non credo.

    Fa incetta d’oro perchè “sente” che in caso di tsunami l’oro tornerà ad essere “l’esperanto delle monete”. L’oro infatti è denaro, è moneta. Il suo valore come ingrediente industriale o monile è, a mio parere, l’aspetto meno significativo.

    Le criptovalute si candidano a diventare l’esperanto del denaro. Ne hanno buoni requisiti tecnici. Resta da vedere se l’umanità vorrà imparare questa nuova lingua. Personalmente ne sarei molto contento.

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