di MATTEO CORSINI
“La richiesta di dimostrare un fallimento del mercato non è corretta, perché richiede di dimostrare troppo a chi invoca un intervento”. Noah Smith non fa mistero di essere un sostenitore dei correttivi agli esiti del libero mercato. Al tempo stesso, ritiene che sia ingiusto che i fautori del libero mercato chiedano agli interventisti di dimostrare in cosa consisterebbe il fallimento del mercato che loro vorrebbero correggere, perché tale dimostrazione potrebbe essere eccessivamente ardua.
Questo ovviamente non gli fa sorgere il dubbio che gli interventisti tendano a definire un fallimento l’esito di interazioni volontarie che, molto semplicemente, essi ritengono (soggettivamente) sgradevoli. Smith lamenta il fatto che molte persone assumano che il libero mercato sia “lo stato naturale delle cose”, per cui l’intervento dello Stato sarebbe un elemento artificiale. A suo parere “l’economia è per lo più una costruzione umana”, per cui “non c