di LEONARDO FACCO
Se c'è un'istituzione che è figlia di quel processo di scoperta continua che conosciamo come mercato, questa è la lingua. Nonostante la statalizzazione linguistica (imposizione di una lingua ufficiale, di grammatiche ufficiali, di interpretazioni lessicali ufficiali, di uso obbligatorio negli uffici pubblici, ecc.), la lingua è la più difendibile delle conquiste umane, basterebbe parlarla fregandosene delle stupide norme inculcate nei cervelli dei bimbi scolarizzati e nelle teste bacate dei genitori patriottardi.
Peraltro, la lingua dovrebbe essere uno strumento di battaglia prioritario per qualsiasi indipendentista serio, uno strumento di lotta e di resistenza al colonialismo, un fregio identitario, una spada da sfoderare ogni volta che è si costretti a varcare la soglia di un palazzo pubblico, dove a gestire pratiche inutili ci sono mandarini di ogni genere. Invece, basta frequentare il Consiglio regionale veneto per sentire parassiti che si definiscono
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