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Non è aumentando le tasse che si evitano le bolle

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di MATTEO CORSINI In un pezzo prenatalizio su Bloomberg Opinion, Noah Smith si occupa della formazione delle bolle e si chiede cosa potrebbero fare i governi per sgonfiarle in modo controllato prima che scoppino. Cita un recente studio accademico, in base al quale “gli Stati che hanno aumentato di più le imposte sui capital gain hanno avuto meno bolle e crash”. Oltre tutto la cosa parrebbe valere anche in senso contrario, ossia laddove ci sono minori imposte sui capital gain, si assiste a più frequenti episodi di bolle e successivi crash. Bontà sua, Smith a un certo punto menziona anche l’aumento dell’offerta di credito tra le cause di questi eventi. Offerta di credito che favorirebbe l’inizio di un trend rialzista, che poi si espanderebbe per la formazione di aspettative circa la prosecuzione del trend stesso. Come porre rimedio a tutto ciò? Sposando la tesi dello studio che commenta, Smith sostiene che “se gli economisti possono individuare quanti anni servon
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1 COMMENT

  1. La solita manfrina degli “illuminati interventisti” (chi li abbia autorizzati ad emettere luce non è dato sapere) investiti della sacra funzione di “rimediare agli errori del mercato”. In realtà goffamente rimediano agli errori degli interventisti che li hanno preceduti, con l’ovvio risultato di produrre lievi miglioramenti a breve termine e peggioramenti a medio e lungo termine. E la “rincorsa ai rimedi” diventa sempre più affannosa.

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