di LEONARDO FACCO
Il fallimento dell'indipendentismo nelle aree padane va ascritto ai partiti che dell'indipendentismo hanno fatto un cavallo di battaglia. La principale colpevole è senza dubbio la Lega Nord, che ha trasformato un obbiettivo politico di grande valore in una sceneggiata prima ed in una barzelletta poi, al punto che oggi i Salvini vanno a piangere sulla tomba di Mameli e i bergamaschi (ricordate i famosi 300.000, di bossiana memoria, pronti a sparare?) che appendono bandiere tricolori sui balconi mentre vengono rinchiusi in casa e ammazzati negli ospedali.
Neppure i movimenti politici secessionisti locali, però, hanno mostrato capacità e risolutezza, anzi. Soprattutto quelli veneti, gli unici degni di considerazione nell'ultimo decennio, si sono impegnati di più a sgambettarsi fra di loro che a programmare una crescita credibile e sostanziosa di consensi, fondata su programmi seri e di respiro coerentemente liberale. Stendo, peraltro, un velo pietoso sul PDV, u
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